Ansia e depressione: da cosa possono dipendere, quando sono più frequenti?
I disturbi emotivi possono essere influenzati da cambio di stagione, età, sesso e mese di nascita con sintomi quali malessere, stanchezza e insonnia più frequenti in autunno e primavera.
Ansia, depressione e disturbi del sonno sembrerebbero più frequenti al cambio di stagione. Molto comune è la presenza di malessere, stanchezza e insonnia in autunno e primavera.
Un effetto ciclico stagionale è stato ampiamente dimostrato anche in presenza di un disturbo bipolare nel corso del quale si evidenzierebbe una riacutizzazione dei sintomi depressivi soprattutto nel periodo autunnale o invernale mentre gli episodi maniacali o ipomaniacali sembrerebbero più frequenti nel periodo primaverile o estivo.
Oltre al cambio di stagione, il mese di nascita può avere un ruolo importante nell’insorgenza di questi disturbi?
Alcune ricerche hanno evidenziato un significativo effetto del mese di nascita sulla variazione stagionale del tono dell’umore nei paesi dell’emisfero settentrionale. Una maggiore variazione stagionale del tono dell’umore è stata osservata negli studenti universitari nati durante i mesi primaverili o estivi (fotoperiodo lungo) rispetto a quelli nati durante i mesi autunnali o invernali (fotoperiodo breve). Lo scopo di uno studio era di testare l’effetto del fotoperiodo confrontando la correlazione tra mese di nascita e variazione stagionale del tono dell’umore in due paesi situati ai poli opposti del globo terrestre: l’Italia (emisfero settentrionale) e la Nuova Zelanda (emisfero australe). Sulla base dell’ipotesi l’aspettativa era quella di trovare una maggiore variabilità del tono dell’umore tra gli individui nati in mesi con fotoperiodi più lunghi in entrambi i paesi. Un questionario sulla valutazione del modello stagionale è stato somministrato a 1514 giovani adulti (1088 donne, 426 uomini, 1027 italiani, 487 neozelandesi), con età comprese tra i 18 ed i 34 anni. Il punteggio di stagionalità globale, una misura della variazione stagionale del tono dell’umore, è stato calcolato a partire da un questionario sulla valutazione dei modelli stagionali. Un significativo effetto complessivo del mese di nascita è stato osservato nel punteggio di stagionalità globale, ma solo per gli uomini.
Gli uomini nati in aprile ed agosto (corrispondenti in Italia ad un fotoperiodo lungo e in Nuova Zelanda ad un fotoperiodo breve) avevano una variazione stagionale più elevata del tono dell’umore rispetto a quelli nati a febbraio, indipendentemente dal paese. Sulla variazione stagionale del tono dell’umore, pertanto, è stato riscontrato un effetto significativo del mese di nascita ma i risultati della ricerca non supportavano l’ipotesi basata sull’effetto fotoperiodo (Tonetti et al., 2013).
I disturbi psicologici possono dipendere dall’età e dal sesso?
La maggior parte degli studi sulla variazione stagionale del tono dell’umore (e sui disturbi affettivi stagionali) sono stati condotti negli adulti. Ci sono pochi dati disponibili su bambini e adolescenti. Viene così spesso trascurato il ruolo dell’età e del genere sulla sensibilità stagionale. Una ricerca ha reclutato soggetti di età compresa tra i 10 ed i 25 anni. In una prima indagine è stato somministrato un questionario sulla valutazione dei modelli stagionali per bambini e adolescenti (SPAQ-CA) a 1709 soggetti (845 femmine e 864 maschi) dai 10 ai 17 anni. In una seconda indagine è stato somministrato un questionario di valutazione del pattern stagionale (SPAQ) a 1867 soggetti (1061 femmine e 806 maschi) dai 18 ai 25 anni. Solo in una indagine è stata rilevata una correlazione positiva significativa tra età e punteggio globale di stagionalità (GSS).
Differenze significative di genere sono state rilevate all’età di 14 anni nella prima indagine e a tutte le età nella seconda indagine. I risultati supportavano l’ipotesi che la sensibilità stagionale sembrerebbe più alta nelle donne (Tonetti et al., 2007). Ci sono evidenze scientifiche relative al ruolo degli steroidi e delle differenze sessuali nella capacità di influenzare il sistema circadiano. I cambiamenti circadiani hanno un impatto significativo praticamente su tutte le risposte comportamentali e biologiche. Gli ormoni steroidei possono modulare ogni componente delle risposte circadiane. La desincronizzazione della ritmicità circadiana e l’aumento o l’attenuazione dell’ampiezza delle varie risposte circadiane possono produrre effetti diversi nei sessi.
Le ultime ricerche dimostrerebbero che i cambiamenti giornalieri dell’umore non sono il risultato di segnali di sincronizzazione ambientale ma sono orchestrati internamente differenziandosi nei sessi. Questa ipotesi ha fatto seguito alla rivelazione di ritmi circadiani molecolari all’interno di singole cellule. Questi segnali di temporizzazione interni sarebbero sincronizzati con le condizioni ambientali locali e gli ormoni di origine gonadica e/o surrenale modulerebbero le risposte circadiane (Yan & Silver, 2016).
Riferimenti bibliografici:
Tonetti L et al (2007). Mood seasonality: a cross-sectional study of subjects aged between 10 and 25 years. J Affect Disord. J Affect Disord. 97(1-3):155-60.
Tonetti L et al (2013). Month of birth and mood seasonality: a comparison between countries in the northern and southern hemispheres. Psychiatry Clin Neurosci. 67(3):133-8.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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