Sindrome da burnout: sovraccarico lavorativo o depressione?
Il termine “burnout” (dall’inglese: “bruciato”, “esaurito”) è stato coniato nel 1970 dallo psicologo americano Herbert Freudenberger che lo ha usato per descrivere le conseguenze psicofisiche di uno stress lavorativo cronico preceduto da alti ideali e aspettative. La sindrome da burnout colpisce prevalentemente persone che lavorano nelle professioni assistenziali (come il personale sanitario). In realtà tale disturbo si può manifestare in altri tipi di professioni (come quelle del pubblico impiego e le casalinghe). Talvolta è stata riscontrata anche negli individui affetti da sindrome coronarica acuta.
Uno stile di vita particolarmente stressante può mettere molti lavoratori sotto estrema pressione, al punto da renderli esausti, vuoti, non in grado di far fronte alle altre incombenze della vita quotidiana (cura della casa, impegni familiari). Tali soggetti sarebbero, infatti, oberati di lavoro e spesso in conflittualità con i colleghi.
Esistono tre aree sintomatologiche principali coinvolte nella sindrome da burnout: l’esaurimento emotivo (sentirsi svuotato, esausto, sovraccarico, sottotono, avere dolori allo stomaco e problemi di digestione), l’alienazione dalle attività lavorative (il lavoro è percepito come negativo, frustrante), il distacco emotivo dagli altri (sentendosi apatico), la riduzione delle prestazioni (nelle attività quotidiane sul posto di lavoro, a casa o nella cura per i membri della famiglia).
La sindrome da burnout, quindi, si manifesta prevalentemente con stanchezza fisica e mentale. Secondo alcuni studi tale sindrome sembrerebbe associata ad una maggiore prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare. Uno studio, ad esempio, ha valutato la prevalenza della sindrome da burnout in 170 pazienti adulti (età media pari a 52 anni), attivi, ricoverati in ospedale per una sindrome coronarica acuta. In tali pazienti la presenza della sindrome da burnout è stata valutata attraverso un test specifico: the Burnout Syndrome Inventory (BSI) che raccoglieva informazioni relative alle condizioni di lavoro ed alle quattro dimensioni emotive che caratterizzano la sindrome stessa: esaurimento emotivo, distacco emotivo, alienazione e realizzazione professionale. Per valutare lo stress globale, inoltre, è stato somministrato il seguente test: The Lipp’s Stress Symptoms Inventory for Adults (LSSI). Dai risultati la prevalenza della sindrome del burnout era pari al 4,1%. Valutando ciascuna dimensione individuale è stato riscontrato alto esaurimento emotivo nel 34,7% dei soggetti, alta alienazione nel 52,4% dei soggetti, alto distacco emotivo nel 30,6% dei soggetti e bassa realizzazione professionale nel 5,9% dei soggetti. La prevalenza complessiva dello stress era pari all’87,5%. E’ stata riscontrata, inoltre, una bassa prevalenza di sindrome di burnout tra i pazienti economicamente più attivi e meno anziani ricoverati per sindrome coronarica acuta (Prosdocimo et al., 2014).
Secondo alcune ricerche la sindrome da burnout viene considerata una forma di depressione.
In una revisione sistematica della letteratura sono stati inclusi 92 studi per valutare la sovrapposizione tra sindrome da burnout e depressione. Lo stato attuale della ricerca suggerisce che la distinzione tra “esaurimento” e depressione è concettualmente labile (Bianchi et al., 2015). L’evidenza di tale sovrapposizione emerge anche dal fatto che,ad esempio, le insegnanti con crescente sindrome da burnout sperimentano un aumento della gravità dei sintomi depressivi e le insegnanti con riduzione dei sintomi da burnout manifestano un miglioramento del tono dell’umore. L’esaurimento emotivo sarebbe, inoltre, strettamente associato a depressione e depersonalizzazione, con conseguente alienazione (Bianchi et al., 2014).
Quando i sintomi di burnout diventano intensi e sono accompagnati da bassa autostima, umore depresso, perdita di speranza nel futuro e/o idee di morte sarebbe opportuno contattare uno specialista richiedendo un trattamento specifico, proprio perché spesso appare difficile individuare la presenza di una sovrapposizione con una Depressione Maggiore che potrebbe peggiorare nel tempo, indipendentemente dal carico lavorativo. Il trattamento consigliato può essere di tipo farmacologico o psicoterapeutico a seconda della storia individuale, della gravità e della durata dei sintomi presenti.
Riferimenti bibliografici:
Bianchi R et al (2015). Burnout-depression overlap: A review. Clin Psychol Rev. 36C: 28-41.
Prosdocimo AC (2014). Prevalence of Burnout Syndrome in Patients Admitted with Acute Coronary Syndrome. Arg Bras Cardiol. [Epub ahead of print].
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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