Il grande caldo fa male: effetti delle alte temperature sulla salute mentale
Il cambiamento climatico globale sta aumentando la frequenza e la durata di periodi caratterizzati da temperature estremamente elevate. La popolazione generale e le autorità sanitarie a volte sottovalutano l’impatto delle alte temperature sulla salute umana. Per comprendere quali siano le popolazioni vulnerabili sono state pubblicate recensioni sull’impatto delle temperature estreme sulla salute psico-fisica attraverso la citazione di studi di morbilità e mortalità legata al calore per popolazioni a rischio residenti negli Stati Uniti o in Europa dal 1958 al 2012.
L’esposizione protratta al calore, infatti, può causare in individui sani non solo scompensi psicopatologici e colpi di calore ma sembrerebbe avere un ruolo rilevante nell’aggravamento di una vasta gamma di condizioni mediche.
Le popolazioni vulnerabili comprendono anziani, bambini, lavoratori esterni, alcuni sottogruppi razziali ed etnici (in particolare quelli con un basso livello socio-economico), soggetti affetti da malattie croniche, individui socialmente o geograficamente isolati. Oltre che dalla temperatura ambientale, i rischi per la salute legati al calore sarebbero esacerbati dall’inquinamento atmosferico, dall’alta umidità e dalla mancanza di aria condizionata. Di conseguenza sembrerebbe necessario un approccio globale per ridurre al minimo gli effetti sulla salute delle temperature estreme ed educare la popolazione sui rischi corsi durante l’esposizione protratta al calore (Kravchenko et al., 2013).
Uno studio condotto in Svezia ha dimostrato un effetto significativo delle ondate di calore sull’aumentato rischio di mortalità dei soggetti affetti da patologie mentali (attraverso un aumento dei tassi di suicidio, dell’abuso di sostanze stupefacenti o dei disturbi del controllo degli impulsi). Tale rischio sembrerebbe maggiore nei soggetti giovani, nelle aree più povere, per i pazienti ricoverati di età inferiore ai 65 anni specialmente di sesso femminile e per i pazienti con precedenti ricoveri in ospedale per disturbi mentali o per malattie cardiovascolari. La presenza di una malattia mentale e/o di una dipendenza da sostanze stupefacenti, quindi, aumenterebbero il rischio di mortalità nella popolazione di età inferiore ai 65 anni. L’aumento graduale delle temperature estive sembrerebbe, inoltre, associato ad un aumentato tasso di mortalità per patologie cardiorespiratorie in soggetti di età superiore agli 80 anni con un precedente infarto miocardico o una diagnosi di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) prima dei 65 anni (Rocklöv et al., 2014).
Un altro studio ha valutato gli effetti delle temperature ambientali estreme sul numero degli accessi al pronto soccorso effettuati da soggetti affetti da disturbi mentali e comportamentali nella città di Toronto, in Canada.
Sono stati utilizzati i dati climatici e di salute mentale del periodo compreso tra il 2002 ed il 2010. I rischi relativi all’aumento del numero di visite al pronto soccorso sono stati stimati facendo riferimento a malattie mentali e comportamentali specifiche dopo l’esposizione a temperature calde e fredde (utilizzando il 50° percentile della temperatura media giornaliera come riferimento).
Dai risultati è emersa una forte associazione tra numero di visite al pronto soccorso, patologie mentali o comportamentali e la temperatura media giornaliera di 28 gradi centigradi. L’associazione era più forte nel periodo successivo a 4 giorni di esposizione a temperature calde. Un aumento del 29% del numero delle patologie mentali o comportamentali diagnosticate e degli accessi al pronto soccorso è stato osservato nel periodo seguente a 7 giorni di esposizione ad alte temperature ambientali (99° percentile versus 50° percentile). Tra le patologie mentali più a rischio di scompenso sono state segnalate la schizofrenia, i disturbi dell’umore ed i disturbi nevrotici. Non sono state riportate associazioni significative con basse temperature.
I risultati dello studio suggerirebbero, pertanto, che le alte temperature costituiscono un rischio rilevante per la salute ed il benessere delle persone affette da malattie mentali e comportamentali. La gestione di tali disturbi, infatti, può risultare complessa con le alte temperature raggiunte a causa dei cambiamenti climatici (Wang et al., 2014).
Le ondate di calore possono essere pericolose e a volte letali soprattutto per i soggetti affetti da patologie croniche. La consapevolezza di tale rischio da parte della popolazione ed i comportamenti di prevenzione attraverso l’uso di aria condizionata sono ancora poco diffusi. Un sondaggio telefonico condotto nella città di New York nel settembre 2011 su 719 adulti ha valutato che, durante l’estate del 2011, il 79% degli adulti ha percepito con disagio il caldo elevato. Il 24% di tali soggetti erano anziani o in condizioni di salute precarie, il 34% non aveva aria condizionata o la usava raramente e solo nei giorni più caldi. In questo sottogruppo di soggetti il 30% era a conoscenza dei rischi e aveva ascoltato gli avvertimenti dei mass media. Il 49% dei soggetti è rimasto prevalentemente a casa durante la stagione calda. Le ragioni segnalate durante il sondaggio per non usare l’aria condizionata sono state le seguenti: “antipatia per l’aria condizionata” (29%), “assenza di caldo percepito” (19%), “preferenza per il ventilatore” (18%). Gli anziani, infatti, spesso non percepiscono il rischio per la propria persona delle temperature estive elevate e non considerano l’aria condizionata come un’importante strategia per la tutela della salute.
Bisognerebbe migliorare la comunicazione di tale rischio per aiutare i soggetti più vulnerabili a mantenere un discreto stato di benessere psico-fisico nonostante la presenza delle ondate di calore (Lane et al., 2014).
Riferimenti bibliografici:
Kravchenko J et al (2013). Minimization of heatwave morbidity and mortality. Am J Prev Med. 44(3): 274-82.
Lane K et al (2014). Extreme heat awareness and protective behaviors in New York City. J Urban Health. 91(3): 403-14.
Wang X et al (2014). Acute impacts of extreme temperature exposure on emergency room admissions related to mental and behavior disorders in Toronto, Canada. J Affect Disord. 155: 154-61.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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