Disturbi dirompenti, del controllo degli impulsi e della condotta
Probabile agonismo del recettore della dopamina.
La relazione tra uso di droghe e aggressività è stata studiata per decenni. L’uso di sostanze stupefacenti, attraverso il coinvolgimento della via dopaminergica, sembrerebbe essere associato ad un aumentato rischio di comportamenti aggressivi. Nessuno studio, però, ha ancora individuato un modello specifico di comorbilità o relazione temporale tra aggressività impulsiva (tipica, ad esempio, del disturbo esplosivo intermittente) e i disturbi da uso di sostanze stupefacenti.
Secondo il DSM-5 il disturbo esplosivo intermittente fa parte della categoria diagnostica dei disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta: è caratterizzato da episodi di aggressività impulsiva verbale e fisica eterodiretta di intensità sproporzionata rispetto a qualsiasi provocazione o fattore stressante.
Per effettuare diagnosi gli episodi devono verificarsi almeno due volte a settimana per un periodo di 3 mesi. Nell’ultimo anno devono essere riportati dai soggetti affetti almeno 3 episodi caratterizzati da comportamenti esplosivi, con danni a proprietà, animali o altri individui. Le ricorrenti esplosioni aggressive, inoltre, devono causare marcato stress o compromissioni nel funzionamento lavorativo e interpersonale o conseguenze negative finanziarie o legali.
In uno studio sono stati reclutati 1355 adulti. Ad alcuni di questi erano state effettuate varie diagnosi: disturbo esplosivo intermittente (n = 339), disturbi da uso di sostanze stupefacenti (n = 136) , disturbo esplosivo intermittente associato a disturbo da uso di sostanze stupefacenti (n = 280), altri disturbi psichiatrici (n = 320). Nel campione esaminato erano presenti anche 282 soggetti in buona salute.
L’uso di sostanze stupefacenti nel corso della vita è risultato maggiore nel gruppo dei soggetti con disturbo esplosivo intermittente rispetto agli altri gruppi. La manifestazione conclamata del disturbo esplosivo intermittente era preceduta da uso di droghe nell’80% dei casi. La presenza di un disturbo esplosivo intermittente in associazione aumentava la gravità delle aggressioni impulsive nei soggetti con un disturbo da uso di sostanze stupefacenti ma non viceversa.
I soggetti con disturbo esplosivo intermittente, inoltre, avevano un aumentato rischio di far uso di sostanze stupefacenti rispetto ai soggetti senza disturbo esplosivo intermittente. Questo suggerisce che una storia di ricorrenti episodi di aggressività impulsiva problematica potrebbe essere un fattore di rischio per il successivo sviluppo di un disturbo da uso di sostanze stupefacenti piuttosto che il contrario. Un trattamento efficace dell’aggressione impulsiva, prima della comparsa di un abuso di droghe, potrebbe, quindi, prevenire o ritardare lo sviluppo di quest’ultimo in individui giovani (Coccaro et al., 2016).
In pazienti con malattia di Parkinson i disturbi del controllo degli impulsi sembrerebbero associati con la giovane età e l’insorgenza precoce della malattia. Uno studio ha valutato la prevalenza di comportamenti di alterato controllo degli impulsi gravi (come il gioco d’azzardo patologico, l’ipersessualità, lo shopping compulsivo) in una popolazione di pazienti affetti da morbo di Parkinson ad esordio precoce ed in un campione di soggetti sani. È stata valutata anche l’eventuale associazione di questi sintomi con l’uso di farmaci agonisti della dopamina, la presenza di depressione, la qualità della vita insieme ad altre variabili demografiche e cliniche. I farmaci agonisti dopaminergici sono generalmente usati per trattare la malattia di Parkinson, la sindrome delle gambe senza riposo e l’iperprolattinemia.
Degli 87 pazienti affetti da morbo di Parkison ad esordio precoce, 49 (il 58,3% del campione) hanno mostrato un disturbo del controllo degli impulsi, così come 28 degli 87 volontari sani (il 32,9% del campione). La maggior parte dei pazienti affetti da morbo di Parkinson e disturbi del controllo degli impulsi (il 91,8%) sono stati trattati con un farmaco agonista della dopamina, di conseguenza, il trattamento dopaminergico è stato associato con un rischio 7 volte maggiore di sviluppare un disturbo del controllo degli impulsi. I pazienti con disturbo del controllo degli impulsi, inoltre, avevano un punteggio più alto di depressione e più basso di qualità di vita alle scale valutative (Vela et al., 2016).
Attraverso un’analisi retrospettiva sono stati identificati 1580 eventi che indicavano la presenza di disturbi del controllo degli impulsi negli Stati Uniti e in altri 21 paesi. La prescrizione di farmaci agonisti del recettore della dopamina ha mostrato una forte associazione con l’insorgenza di disturbi del controllo degli impulsi. L’associazione sembrava più forte durante il trattamento con agonisti dopaminergici pramipexolo e ropinirolo, dotati di affinità preferenziale per il recettore della dopamina D3. Una debole associazione è stata anche riscontrata nei pazienti trattati con aripiprazolo, un antipsicotico classificato come agonista parziale del recettore D3.
I risultati della ricerca confermano ed estendono l’evidenza che i farmaci agonisti del recettore della dopamina possono causare l’insorgenza di disturbi del controllo degli impulsi (Moore et al., 2014).
Riferimenti bibliografici:
Coccaro EF et al (2016). Substance use disorders: Relationship with intermittent explosive disorder and with aggression, anger, and impulsivity. J Psychiatr Res. 81: 127-32.
Vela L et al (2016). The high prevalence of impulse control behaviors in patients with early-onset Parkinson’s disease: A cross-sectional multicenter study. J Neurol Sci. 368:150-4.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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