Attacchi di panico: cosa sono e come evitarli
Attacchi di panico: cosa sono e come evitarli.
I comportamenti da evitare quando si presentano.
Gli esercizi di respirazione per rilassarsi come alternativa o in combinazione ai farmaci.
Gli attacchi di panico sono violente ed improvvise manifestazioni d’ansia che si verificano generalmente in condizioni di apparente benessere.
Come si manifestano?
Chi ha avuto un attacco di panico sa che la sintomatologia può essere intensa tanto da determinare un’interruzione di tutte le attività svolte. Durante la crisi ansiosa il soggetto può percepire vari sintomi psichici e somatici fino ad arrivare a credere di avere un infarto, di impazzire o di stare per svenire. A volte possono verificarsi anche attacchi di panico notturni.
Cosa fare quando si presenta un attacco di panico?
Nell’immediato meglio rimanere fermi o allontanarsi?
Come superare o bloccare l’attacco di panico?
Durante un attacco di panico la prima cosa da effettuare è quella di individuare un posto meno affollato o meno isolato.
Se si è in un luogo chiuso potrebbe essere utile uscire all’aperto, cercando di respirare lentamente. Gli esercizi di respirazione sono molto utili per rilassarsi e placare gli attacchi di panico, attraverso una riduzione significativa, più rapida, di tutti i sintomi fisici e psichici dell’ansia.
Come respirare durante un attacco di panico può essere appreso in ambito psicoterapeutico attraverso la pratica della mindfulness ovvero di una tecnica di rilassamento effettuata mediante una modalità di respirazione profonda e ritmica la quale, mettendo il soggetto in relazione con la percezione del proprio corpo, permette di acquisire consapevolezza di sé.
Purtroppo, a volte, gli attacchi di panico possono essere resistenti alle tecniche di respirazione, soprattutto se queste ultime non vengono effettuate in maniera corretta. In una ricerca sono stati valutati 339 pazienti con dolore toracico non cardiaco e con probabile diagnosi di disturbo di panico. Un colloquio strutturato è stato utilizzato per raccogliere dati sugli attacchi di panico, la comorbilità psichiatrica, le variabili sociodemografiche e le precedenti consultazioni con psichiatri o psicologi. Dai risultati è emerso che il 39% dei pazienti presentava attacchi di panico resistenti alle tecniche di respirazione. La maggioranza di questi pazienti (il 34%) riferiva di non aver consultato nessuno psichiatra o psicologo nel corso della loro vita (Foldes-Busque et al., 2015).
Cosa evitare quando si presenta un attacco di panico?
Cosa è inutile fare?
Sicuramente sarebbe meglio cercare di non respirare troppo velocemente, in quanto questo comportamento potrebbe determinare un peggioramento dei sintomi psicofisici d’ansia percepiti.
Perché negli attacchi di panico ricorrenti spesso sono inefficaci le cure fai da te o i rimedi naturali?
Quando si è in presenza di un disturbo di panico ovvero di attacchi di panico ricorrenti con una conseguente compromissione del funzionamento socio-lavorativo e la messa in atto di condotte di evitamento di luoghi o situazioni agorafobiche è meglio rivolgersi ad uno specialista.
Generalmente, infatti, il disturbo di panico, soprattutto se con agorafobia, è accompagnato da una sensazione di minaccia, una sorta di memoria corporea che si riattiva soprattutto in previsione o durante il verificarsi di alcune condizioni: quando ci si trova da soli, in luoghi affollati, privi di via d’uscita, in spazi ampi e aperti.
Il colloquio con uno psichiatra psicoterapeuta permette di capire se sia più adeguato un trattamento con farmaci, un percorso di psicoterapia o la combinazione di entrambi.
Da una metanalisi di 21 studi (realizzati su 1709 pazienti) sono emersi dati di efficacia della terapia cognitivo-comportamentalesul disturbo di panico. Dai risultati delle ricerche nel trattamento immediato (o acuto) degli attacchi di panico ricorrenti la terapia farmacologica combinata con la psicoterapia presentava effetti superiori alla sola farmacoterapia antidepressiva. Dopo la terapia della fase acuta, finché il farmaco antidepressivo è stato continuato, la superiorità nell’efficacia della combinazione dei due trattamenti rispetto alla monoterapia sembrava persistere. Dopo la terminazione della fase acuta e del trattamento continuativo sia con i farmaci che con la psicoterapia, la terapia combinata si mostrava più efficace della sola farmacoterapia ma presentava gli stessi risultati positivi a lungo termine della psicoterapia.
Secondo alcune ricerche, pertanto, la terapia combinata o la sola psicoterapia possono essere scelte come alternative efficaci per la cura degli attacchi di panico ricorrenti con o senza agorafobia, a seconda della preferenza del paziente (Furukawa et al., 2007).
Riferimenti bibliografici:
Furukawa TA et al (2007). Combined psychotherapy plus antidepressants for panic disorder with or without agoraphobia. Cochrane Database Syst Rev. CD004364.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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