Avere sonno e non riuscire a dormire
Come alcune abitudini di vita modificano la qualità del riposo notturno.
Avere sonno e non riuscire a dormire può dipendere da alcune abitudini di vita scorrette. Un sonno ristoratore è fondamentale per intraprendere con efficienza le attività quotidiane. Un sonno di scarsa durata o qualità, infatti, può comportare sonnolenza diurna, stanchezza, difficoltà di concentrazione con conseguente riduzione delle attività sociali e lavorative.
La qualità di sonno può essere influenzata da diversi fattori: secondo recenti ricerche l’insonnia, a sua volta, eserciterebbe un effetto negativo sullo stato di salute.
Uno studio ha valutato gli effetti di eventi ed abitudini sull’insonnia al fine di comprendere meglio come ci si dovrebbe addormentare per ottenere un riposo notturno soddisfacente. 455 individui adulti hanno riempito un questionario specifico sull’insonnia. Il 13,4% dei partecipanti manifestava un’insonnia, influenzata da diversi fattori come la qualità della dieta, il consumo di caffè e l’attività fisica.
La carenza di sonno, inoltre, era correlata alla prevalenza di malattie croniche e sintomi psicosomatici.
Le cause dei disturbi del sonno
Le cause più frequenti dei disturbi del sonno erano le seguenti: stress legato al lavoro (35,6% del campione), stress quotidiano personale (35,4% del campione) e dolori (24,2% del campione).
La maggior parte dei partecipanti con disturbi del sonno guardavano la televisione (52,1% del campione) e leggevano (33% del campione). Il 7,5% e l’11,4% dei partecipanti utilizzavano sonniferi e tisane, rispettivamente, al fine di migliorare la qualità di sonno (Fusz et al., 2016).
Secondo recenti ricerche una scarsa qualità di sonno contribuirebbe allo sviluppo di patologie cardiovascolari. La prevalenza di disturbi del sonno tra i pazienti ricoverati per malattie cardiovascolari e l’associazione con disturbi psicologici è tutt’ora poco conosciuta. Uno studio ha valutato la prevalenza di una scarsa qualità di sonno e la sua associazione con disturbi psichici (depressione e ansia) nei pazienti affetti da malattie cardiovascolari.
È stato reclutato un totale di 1071 pazienti ricoverati in cardiologia (790 uomini, età media: 64 ± 14 anni di età). Sono stati, inoltre, valutati presenza e gravità di disturbi del sonno, depressione ed ansia tramite la somministrazione di test specifici. Dai risultati è emerso che 461 pazienti ricoverati (il 43%) avevano una scarsa qualità di sonno. La scarsa qualità di sonno sembrava associata ad alti punteggi alle scale di depressione ed ansia in una percentuale di casi nettamente superiore tra le donne rispetto agli uomini. L’associazione tra scarsa qualità di sonno ed alti punteggi alle scale di ansia è stata più significativa tra i pazienti senza malattie coronariche. La scarsa qualità di sonno, quindi, sembrerebbe molto diffusa e associata a disturbi psichici (depressione, ansia) nei pazienti con malattie cardiovascolari (Matsuda et al., 2016).
Diversi studi hanno descritto discrepanze tra le misure soggettive e oggettive del sonno. I pazienti con disturbo bipolare, ad esempio, mostrerebbero una tendenza sistematica a sottovalutare la durata del sonno ed a sovrastimare la latenza del sonno. Per valutare questi due parametri è stata utilizzata l’actimetria in 49 partecipanti eutimici (21 bipolari e 28 controlli sani) per 5-7 giorni. I partecipanti, allo stesso tempo, hanno registrato la durata del sonno stimata e la latenza del sonno quotidianamente, attraverso la compilazione di un diario del sonno on-line. Dai risultati i pazienti con disturbo bipolare sottovalutavano in modo significativo la loro durata del sonno ma non sovrastimavano la latenza del sonno rispetto ai controlli sani. L’uso aggiuntivo di metodi oggettivi di valutazione come l’actimetria, pertanto, sarebbe consigliabile in questi pazienti (Ritter et al., 2016).
Cosa fare se, nonostante la modifica delle abitudini sopracitate, dovesse persistere un sonno di scarsa qualità?
Sarebbe utile affidarsi ad uno specialista al fine di comprendere se sia il caso o meno di intraprendere un percorso farmacologico e/o psicoterapeutico al fine di migliorare il proprio riposo notturno salvaguardando lo stato di salute psicofisica.
Riferimenti bibliografici:
Fusz K et al (2016). [Insomnia and habits to help to fall asleep among adults]. [Article in Hungarian]. Orv Hetil. 157(49): 1955-1959.
Ritter PS et al (2016). Comparison of Subjective and Objective Sleep Estimations in Patients with Bipolar Disorder and Healthy Control Subjects. Sleep Disord. 2016: 4031535.
Segui la Dott.ssa Corteccioni sui Social
Ricerca articolo su patologia di interesse
News
Dott.ssa Tiziana Corteccioni
ULTIMI ARTICOLI
Come capire se è il caso di andare dallo psichiatra?
Andare dallo psichiatra non significa avere un disturbo mentale grave che necessita di una cura farmacologica importante. Lo psichiatra, ancora oggi, è visto come un…
Come combattere l’ansia e trasformarla in forza
Come calmare l’ansia velocemente e ritornare forti come prima? L’ansia è un’esperienza comune, un segnale di disagio che può manifestarsi in molte forme variando da…
Come riprendere un sonno regolare dopo le vacanze?
Quali sono le implicazioni sulla salute di un riposo notturno adeguato e le strategie per regolare un ritmo sonno-veglia alterato? Il sonno è una funzione…
Strage familiare: il significato in psicologia e i metodi per prevenirla
Come e perchè si può arrivare a compiere lo sterminio dei propri familiari, il parere di una psichiatra che spiega quali sono gli strumenti per…