La causa dell’ansia e della depressione in alterazioni del cervello?
Diverse ricerche hanno valutato le anomalie neurologiche presenti nei pazienti ansiosi e depressi al fine di individuare nuove cure per queste patologie.
I disturbi d’ansia rappresentano il secondo disturbo più frequente tra le malattie mentali. Secondo il WHO Survey 2017 264 milioni di persone nel mondo soffrono di diversi tipi di disturbi d’ansia. L’emergere di disturbi d’ansia nella popolazione può aumentare la probabilità di sviluppare altri disturbi psichici quali la depressione, una malattia con 300 milioni di persone colpite in tutto il mondo. Sebbene le due malattie sopra menzionate siano molto diffuse le esatte cause del loro sviluppo e il modo in cui sono collegate non sono ben compresi. Al fine di poter utilizzare il trattamento adeguato è importante conoscere approfonditamente il loro percorso psicopatologico.
Identificare la migliore cura per ansia e depressione rappresenta una sfida attuale. Secondo diversi studi le proteine della barriera ematoencefalica svolgerebbero un ruolo importante nello sviluppo della depressione e dei disturbi d’ansia spiegando in parte la loro comorbilità (Gal et al., 2019).
La ricerca elettroencefalografica ha suggerito la presenza nei soggetti depressi di un’attività cerebrale relativamente ridotta nella regione frontale sinistra e nella regione posteriore destra. Tuttavia, tali risultati sarebbero inconsistenti. La variabilità della frequenza cardiaca (HRV), indice di regolazione emotiva potrebbe essere un moderatore nella relazione tra depressione ed asimmetria alfa frontale o parietale.
L’elettroencefalografia a riposo (ad occhi aperti), effettuata su 38 pazienti con Depressione Maggiore e 34 soggetti sani, ha evidenziato un’attività alfa parietale destra relativamente maggiore e proporzionale alla gravità della depressione negli individui depressi. L’effetto di interazione tra asimmetria alfa parietale ed HRV era significativo attribuendo a questi fattori il ruolo di possibili biomarcatori di Depressione Maggiore (Baik et al., 2019).
Combinazioni di risonanza magnetica funzionale (fMRI) a riposo e tecniche di apprendimento automatico sono sempre più utilizzate per sviluppare modelli diagnostici dei disturbi mentali. Purtroppo si sa ancora poco sull’eterogeneità neurobiologica della depressione, nonostante sia importante al fine di individuare una terapia personalizzata.
In una ricerca sono stati analizzati i dati di 360 pazienti con depressione unipolare e 360 controlli non depressi, suddivisi in due sottoinsiemi indipendenti. Dai risultati sono emersi due sottogruppi debolmente separabili di pazienti depressi. Questi sottogruppi differivano nella durata media della depressione o nella proporzione di pazienti con gravi intomi associati di depressione ed ansia.
Forse i sottogruppi rappresentano dei sottotipi biologici distinti? Sicuramente la connettività funzionale nella depressione unipolare è associata agli effetti clinici della malattia (Feder et al., 2017).
Riferimenti bibliografici:
Baik SY et al (2019).The moderating effect of heart rate variability on the relationship between alpha asymmetry and depressive symptoms. Heliyon.5(3):e01290.
Gal Z et al (2019). [Anxiety and depression – the role of blood-brain barrier integrity].[Article in Hungarian]. Neuropsychopharmacol Hung. 21(1):19-25.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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