Cherofobia: perché ogni volta ho paura di essere felice?
Come superare la paura della felicità con la terapia cognitivo-comportamentale.
Per cherofobia si intende la paura irrazionale di essere felici accompagnata dall’evitamento di attività che per molti potrebbero risultare divertenti. Il termine deriva dalla parola greca “chero” che significa “rallegrarsi“. Questa condizione non è ancora classificata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione (DSM-5). Tuttavia sta emergendo nella popolazione e si stanno discutendo gli approcci terapeutici.
Quali sono i sintomi della cherofobia?
Tale disturbo è caratterizzato da sintomi che ricordano quelli della fobia sociale ma che presentano caratteristiche specifiche:
- provare ansia al pensiero di ritrovarsi in situazioni sociali piacevoli come, ad esempio, partecipare ad una festa, un concerto;
- rifiutare le opportunità che potrebbero portare a cambiamenti di vita positivi a causa del timore che possa succedere qualcosa di terribile;
- rifiutare di partecipare ad attività che la maggioranza delle persone troverebbero divertenti.
Quali sono le cause della cherofobia?
Il disturbo deriva dall’interazione tra una predisposizione genetica, fattori psicosociali e ambientali. Molto comune è la presenza di pregressi eventi traumatici fisici e/o emotivi. Una persona introversa potrebbe essere più propensa a manifestare cherofobia preferendo fare attività solitarie o con poche persone alla volta. I cherofobici sono spesso visti come riflessivi, perfezionisti e riservati. Tali individui possono provare timore e disagio in contesti di gruppo, luoghi rumorosi o affollati.
La paura di provare compassione o felicità sembrerebbe altamente correlata con l’alessitimia e la depressione. In uno studio è stato valutato un totale di 52 partecipanti affetti da depressione da moderata a grave che ha completato test specifici per valutare la paura della felicità, la compassione nei confronti degli altri e per sé, le misure di alessitimia, attaccamento, sicurezza sociale, depressione, ansia e stress.
Dai risultati i timori di provare compassione e felicità erano altamente correlati con l’alessitimia, l’attaccamento adulto, la depressione, l’ansia e lo stress. La paura della felicità è risultata essere il miglior predittore di depressione, ansia e stress mentre la paura della compassione verso gli altri era il miglior predittore dell’attaccamento degli adulti. Se non affrontate queste paure possono bloccare le emozioni positive e possono portare all’elusione emotiva degli affetti positivi (Gilbert et al., 2014).
Come superare la paura della felicità?
Come si cura la cherofobia?
Il trattamento più indicato è la terapia cognitivo-comportamentale in quanto può aiutare a riconoscere pensieri non funzionali e ad identificare comportamenti utili al cambiamento quali strategie di rilassamento, la redazione di un diario, l’esercizio fisico, l’esposizione ad eventi che provocano felicità come strumento per capire che la felicità non deve avere inevitabilmente conseguenze negative. Non tutti quelli che hanno una certa avversione per la felicità necessitano di cure. Se la cherofobia non interferisce con le proprie attività quotidiane non c’è bisogno di trattarla. Tuttavia, soprattutto se i sintomi sono correlati ad un trauma passato, il trattamento è consigliabile.
Riferimenti bibliografici:
Segui la Dott.ssa Corteccioni sui Social
Ricerca articolo su patologia di interesse
News
Dott.ssa Tiziana Corteccioni
ULTIMI ARTICOLI
Metaverso e salute mentale: risorsa o grande pericolo?
Le ricerche scientifiche valutano il metaverso come uno spazio virtuale promettente per la cura dei disturbi mentali ma che può avere anche conseguenze negative. La…
Christmas Blues: soffrire di depressione a Natale
La depressione durante il periodo natalizio prende il nome di Christmas Blues ed ha cause, sintomi specifici e strategie di gestione. Il periodo natalizio, per…
Nuove patologie psichiatriche: le evoluzioni nella diagnostica
I nuovi disturbi psichici proposti dagli esperti includono il disturbo da gaming, il disturbo da dolore somatico centrale, il disturbo da esaurimento digitale e l’eco-ansia….
Come capire se è il caso di andare dallo psichiatra?
Andare dallo psichiatra non significa avere un disturbo mentale grave che necessita di una cura farmacologica importante. Lo psichiatra, ancora oggi, è visto come un…