Come aiutare una persona in depressione o ansiosa
Cosa possono fare i familiari di genitori o figli depressi.
Nei giovani la presenza di depressione e disturbi d’ansia rappresenta un problema di salute globale.
Come aiutare una persona depressa o ansiosa quando rifiuta ogni aiuto, soprattutto se si tratta di un figlio depresso?
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Vari fattori di rischio e protettivi per i disturbi d’ansia e depressivi sono potenzialmente modificabili dal comportamento dei genitori, sottolineando l’importante ruolo della famiglia nel ridurre il rischio e l’impatto di queste patologie negli adolescenti.
In un articolo viene proposto un approccio di sanità pubblica multilivello che coinvolge interventi genitoriali sul Web, denominato Partner in Parenting (PIP). L’intervento PIP può essere utilizzato a diversi livelli di intensità per adattarsi alle esigenze dei genitori ed è finalizzato a supportarli nel loro fondamentale ruolo nella salute mentale dei loro figli adolescenti. È necessaria un’ulteriore valutazione dell’intervento al fine di stabilirne l’utilità come approccio di sanità pubblica, nonché gli effetti più ampi sul funzionamento degli adolescenti (Yap et al., 2017).
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Cosa possono fare i familiari di genitori o figli depressi?
Utilissime sono tutte le strategie di supporto psicologico alla famiglia. La depressione dei genitori è un disturbo invalidante che si incontra frequentemente nella pratica medica. I bambini di genitori depressi sono a rischio di psicopatologia e di altre difficoltà nella vita quotidiana. È fortemente raccomandato lo sviluppo di iniziative di prevenzione rivolte a bambini di genitori depressi.
Tuttavia, fino ad oggi, sono stati condotti pochi studi di prevenzione controllata sullo sviluppo di depressione nei bambini e negli adolescenti. In una ricerca sono state valutate due strategie di intervento preventivo rivolte a bambini che vivono con genitori depressi.
Entrambi sono approcci di sanità pubblica progettati per essere utilizzati da una vasta gamma di professionisti di varie discipline, tra cui pediatri, internisti, consulenti scolastici, infermieri e professionisti della salute mentale.
È stata adottata una prospettiva evolutiva intervenendo nelle famiglie quando i bambini stavano entrando nell’età a maggior rischio di insorgenza di depressione cioè l’adolescenza. L’approccio alla prevenzione sulla famiglia era finalizzato a ridurre i fattori di rischio aumentando i fattori protettivi per gli adolescenti o le interazioni positive tra genitori e bambini tra i quali la comprensione della malattia per tutti i membri della famiglia. Gli approcci di prevenzione sono stati progettati per fornire ai genitori informazioni sui disturbi dell’umore permettendo il raggiungimento di competenze per comunicare tali informazioni ai loro figli e per aprire con loro un dialogo sugli effetti della depressione nei genitori.
Gli interventi riguardavano bambini relativamente sani (di età compresa tra gli 8 ed i 15 anni) aventi genitori con disturbi dell’umore. 93 famiglie, delle quali 121 bambini, hanno partecipato a questo studio. I due interventi preventivi della ricerca consistevano in: a) 2 riunioni di gruppo separate senza bambini presenti; b) 6-11 sedute (compresi incontri separati con genitori e figli) ed una riunione di famiglia nella quale i genitori conducevano una discussione sulla malattia e sui passi positivi che possono essere presi in considerazione per promuovere un sano funzionamento nei bambini. I contatti telefonici o le riunioni di aggiornamento sono stati condotti a intervalli di 6-9 mesi.
In entrambe le condizioni è stato presentato materiale psicoeducativo sui disturbi dell’umore, sul rischio, sulla resilienza e sono stati fatti sforzi per diminuire i sensi di colpa.
I genitori sono stati aiutati a costruire una capacità di recupero nella relazione con i loro figli incoraggiando le amicizie, il loro successo al di fuori della casa e la loro comprensione della malattia dei genitori e di loro stessi. Per comprendere direttamente come erano cambiate le loro vite tutti i membri della famiglia in entrambe le condizioni sono stati valutati per psicopatologia e funzionamento generale al momento dell’arruolamento, immediatamente dopo l’intervento, circa un anno dopo e 2,5 anni dopo.
La partecipazione a questi programmi di prevenzione ha favorito un cambiamento dei genitori nei comportamenti relativi alla depressione e al loro impatto sulla famiglia favorendo nei bambini una maggiore comprensione della sintomatologia depressiva.
In entrambe le condizioni i genitori hanno riportato cambiamenti significativi nei comportamenti e negli atteggiamenti correlati ai bambini e la quantità di cambiamenti segnalati è aumentata nel tempo. I bambini, inoltre, hanno riportato una maggiore comprensione della malattia dei genitori (Beardslee et al., 2003).
Riferimenti bibliografici:
Yap MB et al (2017). Partners in Parenting: A Multi-Level Web-Based Approach to Support Parents in Prevention and Early Intervention for Adolescent Depression and Anxiety. JMIR Ment Health. 4(4): e59.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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