Come sopravvivere alla morte della persona amata grazie alla psicoterapia
La morte del proprio compagno di vita lascia dietro di sé una profonda angoscia, un immenso dolore, difficilmente accettabile, sia che avvenga in giovane età sia durante la vecchiaia. Gli anziani sono una popolazione vulnerabile relativamente all’abbandono, specialmente se vivono da soli o sperimentano la solitudine dopo un lutto.
Qual è la psicologia della vedovanza?
Uno studio ha valutato l’impatto della sensazione di solitudine sugli anziani, tenendo conto che la perdita di un coniuge può rappresentare la ragione principale alla base di questa sensazione. Tale studio qualitativo è stato condotto in Spagna. Le persone anziane intervistate hanno descritto la qualità della loro sensazione di solitudine dopo essere rimaste vedove. La perdita del coniuge porterebbe a un vuoto emotivo, impossibile da riempire, specialmente durante la notte. Dopo un matrimonio di lunga durata le persone anziane si confronterebbero improvvisamente con la solitudine con conseguenti episodi depressivi. Da un lato emergerebbe l’impotenza per la paura di avere incidenti o malattie impreviste quando si è da soli in casa. D’altra parte sarebbe evidente anche un’incertezza sul futuro. Le persone sole, infatti, si chiedono chi si prenderà cura di loro in caso di necessità. L’impotenza e l’incertezza sul futuro contribuiscono ad attivare questa percezione di solitudine. Esiste, pertanto, una stretta relazione tra solitudine, vedovanza e salute nella vecchiaia (Lopez Doblas & Diaz Conde, 2018).
Innamorarsi dopo la morte del coniuge è possibile?
A volte si può e permette alla persona vedova di andare avanti. Un nuovo amore dopo un lutto, ad esempio, può permettere ad una vedova di sperimentare nuove emozioni e di superare l’immenso dolore, anche se il marito è morto all’improvviso. A volte, purtroppo, il dolore della perdita viene represso e la relazione con il nuovo compagno rappresenta semplicemente l’illusione di avere ancora il proprio partner in vita. Gli anziani vedovi possono percepire la solitudine anche quando i figli si occupano di loro. Il rischio sarebbe maggiore se presenti problemi di salute associati ai sentimenti di solitudine (van den Broek & Grundy, 2018).
Precedenti studi hanno dimostrato che gli anziani non sposati avrebbero uno svantaggio nel mantenere la propria rete sociale e nel raggiungimento del benessere rispetto a quelli sposati. Uno studio longitudinale effettuato ad Amsterdam ha valutato soggetti olandesi di età compresa tra 55-69 anni (N = 2.894) e 70-84 anni (N = 2.317) nel periodo dal 1993 al 2013 . È stata valutata la rete sociale, il supporto emotivo o strumentale ricevuto, la solitudine emotiva e sociale, i sintomi depressivi. Le vedove del 2013 avevano maggiori relazioni sociali rispetto alle vedove del 1993. Secondo la ricerca anche i divorziati mostravano una rete più ampia ricevendo maggior sostegno emotivo. Il cambiamento nello status sociale, pertanto, non modificherebbe radicalmente le relazioni e il benessere delle persone anziane non sposate. I vedovi, invece, sembrerebbero beneficiarne di più, probabilmente se in grado di mantenere le relazioni dopo la vedovanza (van Tilburg & Suanet, 2018).
Come aiutare una vedova?
Come sopravvivere alla morte della persona amata e vincere la solitudine dopo la morte del coniuge?
Quali i rimedi?
Come reagire?
Un percorso di psicoterapia può essere di aiuto, permettendo di elaborare il dolore e capire se si ha realmente bisogno di un nuovo compagno accanto a sé.
Riferimenti bibliografici:
Lopez-Doblas J & Diaz Conde MDP (2018). [Widowhood, loneliness, and health in old age].[Article in Spanish]. Rev Esp Geriatr Gerontol. 53(3): 128-133.
Van Tilburg TG & Suanet B (2018). Unmarried older people: Are they socially better off today? J Gerontol B Psychol Sci Soc Sci. [Epub ahead of print].
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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