Come superare la paura di avere un figlio - Psichiatra Roma

Come superare la paura di avere un figlio

Capire se non si desidera diventare genitore o l’idea ci spaventa: significato in psicologia per l’uomo e la donna.

Una volta raggiunta l’età ideale per concepire un bambino, molto comuni sono gli scrupoli sul reale desiderio di paternità e maternità ovvero si può volere un figlio e avere paura. Dubbi molto comuni all’interno della coppia sono: “non so se voglio un figlio, non so se è il momento giusto per avere un figlio perché l’idea mi spaventa, ho ansia di avere un figlio ma anche ho paura che nasca un bambino malato e che tutto ciò mi cambi la vita, ho paura di avere figli brutti”.

Qual è il significato della genitorialità in psicologia?
Come si manifesta il desiderio di maternità e paternità?
Cosa fare se non corrisposto?

Decidere di avere un figlio rappresenta una libera scelta, soggettiva, la quale non può essere dettata dalle pressioni e dalle aspettative degli altri o dal desiderio di accettazione da parte della propria comunità di appartenenza.
Non esiste un momento giusto o sbagliato per concepire un figlio. Nonostante ci siano dei limiti fisiologici legati all’età ognuno di noi ha una naturale predisposizione alla genitorialità. Esistono, però, delle persone che rifiutano l’idea di avere figli, denominate childfree, le quali riferiscono di aver raggiunto il benessere soggettivo senza la necessità di procreare. Questa condizione è molto diversa da quella dei soggetti childless, i quali vorrebbero procreare ma sono stati privati della genitorialità: non possono avere figli, non ci riescono per cause psicologiche o organiche.

Circa il 47% delle donne di età compresa tra 15 e 44 anni in America sono attualmente senza figli, poco più del 20% delle donne bianche non avrà mai bambini (la più alta percentuale nella storia moderna). Molte donne fertili che sono senza figli hanno scelto volontariamente di non concepire. Sebbene qualsiasi persona di età pari o superiore a 21 anni sia legalmente ammissibile al processo di sterilizzazione volontaria, molti medici americani si rifiutano di effettuarla. Questo rende sempre più importante la possibilità di effettuare consulenze psicologiche alle donne che, indipendentemente dalla volontà di diventare genitori, desiderano sottoporsi alla procedura di sterilizzazione (Richie, 2013).

Perché alcune donne non vogliono figli e cosa fare se è il proprio lui a non volerli?

Generalmente qualsiasi cambiamento radicale spaventa. Anche il fatto di non avere figli, però, può in qualche modo sconvolgere l’equilibrio della coppia.
Secondo una ricerca americana una donna senza figli è generalmente vista dagli altri come meno sensibile e amorevole, giudicata meno felice o meno ben adattata nella comunità. I tratti meno desiderabili sono spesso attribuiti alla donna senza figli o che si è sterilizzata volontariamente. I dati della ricerca mostrerebbero anche che uomini e donne non sterilizzati sono percepiti diversamente dagli altri quando non hanno figli e scelgono liberamente di non diventare genitori. Ci sarebbero differenze più significative nelle percezioni del marito senza figli rispetto alla moglie senza figli. Anche gli uomini sposati che scelgono di non avere figli, inoltre, potrebbero essere vittime di stereotipi negativi (Jamison et al., 1979).

Come cambia la vita di coppia e il rapporto tra moglie e marito dopo la nascita di un figlio?

Necessariamente la coppia genitoriale dovrà raggiungere un nuovo equilibrio finalizzato al mantenimento della capacità di ricavare momenti di intimità durante l’accudimento del nuovo nato.

Cosa significa decidere di avere un figlio, non desiderare figli o avere paura di avere un figlio per l’uomo?
Esiste una differenza psicologica tra omosessuali e eterosessuali?

Uno studio ha esplorato la motivazione alla paternità in un campione di omosessuali ed eterosessuali tedeschi di età compresa tra 18 e 40 anni (N = 628 + 638). Sono stati considerati tre potenziali predittori: l’atteggiamento dell’individuo verso la paternità, l’atteggiamento percepito da altri significativi verso la volontà di avere figli e l’auto-efficacia anticipata da parte dei genitori. Per quanto riguarda la motivazione paterna, il desiderio generale di diventare padre era differente rispetto all’intenzione paterna più concreta. Durante la ricerca i partecipanti gay hanno riferito desideri e intenzioni paterne più deboli rispetto alle loro controparti eterosessuali. Tuttavia, non emergeva un ampio divario desiderio-intenzione tra partecipanti gay e partecipanti eterosessuali. L’apprezzamento dei partecipanti per i bambini e l’attribuzione dell’auto-efficacia da parte dei genitori erano fortemente associati alle intenzioni di paternità. Queste associazioni erano sostanzialmente mediate dal desiderio di paternità. L’associazione tra gli atteggiamenti degli altri significativi verso la paternità e la motivazione paterna dei partecipanti era relativamente debole (Kranz et al., 2018).

Come capire se si vuole diventare realmente genitore e come superare o vincere la paura di avere un figlio?

In caso di confusione relativa al desiderio di paternità e maternità è utile effettuare un percorso di psicoterapia al fine di comprendere e condividere con uno specialista motivazioni, bisogni e paure di diventare genitori.

Riferimenti bibliografici:

Jamison PH et al (1979). Some assumed characteristics of voluntarily childfree women and men. Psychol Women Q. Winter; 4(2): 266-73.

Kranz D et al (2018). Desires and intentions for fatherhood: A comparison of childless gay and heterosexual men in Germany. J Fam Psychol. [Epub ahead of print].

Richie C (2013). Voluntary sterilization for childfree women: understanding patient profiles, evaluating accessibility, examining legislation. Hasting Cent Rep. 43(6): 36-44.

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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

Psichiatra psicoterapeuta Roma Tiziana Corteccioni

Psichiatra e Psicoterapeuta.
Riceve a Roma e a Perugia.

La Dott.ssa Tiziana Corteccioni è un Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta ad orientamento clinico cognitivo comportamentale. Collabora con l'Associazione di Clinica Cognitiva, sede di Roma.

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