Come superare la stanchezza cronica
Stanchezza cronica: strategie terapeutiche attive e passive
La sindrome da stanchezza cronica (o fatica cronica) è caratterizzata da una persistente stanchezza, non spiegabile dal punto di vista medico, associata frequentemente ad altri sintomi come dolori muscolo-scheletrici, disturbi del sonno, cefalea, difficoltà di concentrazione e disturbi della memoria a breve termine. Tale sindrome rappresenta un problema comune, invalidante e spesso grave per la salute. Il trattamento generalmente include interventi attivi specifici come l’esercizio fisico.
Terapia basata sull’esercizio fisico
Una recente revisione ha valutato gli effetti della terapia basata sull’esercizio fisico per i pazienti affetti da stanchezza cronica. Tra le terapie fisiche confrontate venivano utilizzate la movimento-danza terapia e l’esercizio passivo (ad esempio pratiche di rilassamento e flessibilità). La movimento-danza terapia veniva confrontata con altri trattamenti attivi come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), il trattamento cognitivo, la terapia di supporto, la stimolazione e la terapia farmacologica con antidepressivi. La movimento-danza terapia veniva poi combinata con altre strategie di trattamento specifico (ad esempio esercizio fisico combinato con un trattamento farmacologico confrontati con trattamento farmacologico da solo).
Nella revisione sono stati inclusi 8 studi randomizzati controllati che hanno coinvolto adulti con una diagnosi principale di sindrome da stanchezza cronica in grado di partecipare all’esercizio-terapia. Sono stati raccolti dati da 1518 partecipanti. La movimento-danza terapia è stata effettuata dai partecipanti per una durata variabile da 12 a 26 settimane. 7 studi hanno utilizzato attività aerobiche come camminare, nuotare, andare in bicicletta o ballare con livelli misti in termini di intensità di esercizio aerobico da molto bassa a molto rigorosa. Uno studio ha utilizzato attività anaerobiche. I gruppi di controllo consistevano in 8 studi che prevedevano trattamenti passivi (uno studio), CBT (due studi), terapia cognitiva (uno studio), sostegno emotivo (uno studio), stimolazione passiva muscolare (uno studio), trattamento farmacologico (uno studio) e trattamenti combinati (uno studio) per un totale di 971 partecipanti.
7 studi hanno valutato una riduzione della stanchezza dopo l’esercizio-terapia attiva. Uno studio (includente 298 partecipanti) ha mostrato scarsa o nessuna differenza in termini di stanchezza alla fine del trattamento tra il gruppo principale e quello di controllo. Emergevano, inoltre, scarse differenze tra i gruppi in termini di funzionamento fisico, depressione, ansia ed insonnia. Uno studio (comprendente 320 partecipanti) ha suggerito beneficio generale dalle attività di stimolazione mentre un altro studio (con 183 partecipanti) dalla terapia di supporto emotivo.
Dai risultati della revisione emergerebbe pertanto che i pazienti con sindrome da stanchezza cronica possono beneficiare dell’esercizio fisico finalizzato alla riduzione dei sintomi. Dalla revisione però non emergerebbero risultati significativi su dolore, qualità della vita, ansia e depressione. L’efficacia dell’esercizio fisico sembrerebbe maggiore di quella della stimolazione passiva muscolare e simile a quella della CBT (Larun et al., 2015).
Terapia con elettrostimolazione
La stimolazione passiva muscolare o elettrostimolazione rappresenta una strategia alternativa per i pazienti con dolore cronico e/o stanchezza cronica. È stato elaborato un questionario denominato Activity Pacing Questionnaire (APQ) e sottoposto a pazienti partecipanti ad uno studio.
16 pazienti adulti che effettuavano cure di fisioterapia in reparti ambulatoriali sono stati reclutati tramite campionamento intenzionale. Le diagnosi incluse nello studio erano lombalgia cronica, dolore cronico diffuso, fibromialgia e sindrome da stanchezza cronica.
L’attuazione della stimolazione è stata influenzata da fattori come l’età, la presenza di comorbilità (ovvero la coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo) e le emozioni negative nei partecipanti. L’APQ è risultato essere un questionario generalmente accettabile. I partecipanti allo studio hanno intrapreso attività che utilizzavano approcci focalizzati sul sintomo. L’APQ sembrerebbe essere facile da completare e accettabile per i pazienti che effettuano la fisioterapia per la gestione di sintomi fisici a lungo termine. I singoli pazienti sembrerebbero attuare diverse stimolazioni a vari livelli ed avere diverse tipologie comportamentali (Antcliff et al., 2015).
Riferimenti bibliografici:
Antcliff D et al (2015). Exploring patients’ opinions of activity pacing and a new activity pacing questionnaire for chronic pain and/or fatigue: a qualitative study. Physiotherapy. [Epub ahead of print].
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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