Come uscire dalla solitudine affettiva - Psichiatra Roma

Come uscire dalla solitudine affettiva

Cosa fare quando causa sintomi di tristezza, ansia e depressione.

La condizione di solitudine momentanea, ripetuta nella vita quotidiana, può rinforzare i meccanismi psicologici che contribuiscono allo sviluppo di una condizione di solitudine prolungata, tristezza e all’insorgenza di Depressione Maggiore.

Alcuni studi hanno esaminato il ciclo di auto-rinforzo tra la solitudine momentanea, ripetuta, valutazioni negative sulle relazioni sociali ed isolamento sociale prolungato nella vita quotidiana e come questo eventuale ciclo di auto-rinforzo può contribuire allo sviluppo di un disturbo depressivo, approfondendo le differenze nelle relazioni temporali tra queste condizioni nei partecipanti che hanno sviluppato o meno una Depressione Maggiore.

Il campione di soggetti reclutato nella ricerca comprendeva 417 donne osservate per un periodo di 20 mesi. La condizione di solitudine è stata seguita da un aumento delle valutazioni negative sulle relazioni sociali ed una maggiore frequenza degli episodi di isolamento. Tali valutazioni negative erano associate allo sviluppo di una condizione di solitudine prolungata. Solo quest’ultima condizione sembrava contribuire con una maggiore probabilità all’insorgenza di Depressione Maggiore (Van Winkel et al., 2017).

Quali sono le possibili cause della solitudine affettiva?
Perché si rimane sempre single?

In alcuni soggetti il gene che codifica per il fattore neurotrofico cerebrale BDNF può presentare un polimorfismo Val66Met caratterizzato dalla sostituzione Met per l’allele Val e associato alla presenza di sintomi depressivi. Presunti livelli elevati di BDNF tra gli individui con il genotipo Val/Val, invece, conferirebbero una maggiore capacità di fronteggiare le sfide quotidiane riducendo così la vulnerabilità alla depressione.

In uno studio effettuato tra studenti universitari (N=252) le maggiori percezioni di solitudine risultavano accompagnate da sintomi depressivi. Questa relazione è stata moderata dalla percezione di autoefficacia e dal genotipo BDNF, in modo tale che quando gli individui hanno valutato un’elevata autoefficacia, la presenza del genotipo Val/Val ha segnalato maggiori punteggi di depressione solo quando i soggetti con questo genotipo si sentivano soli confrontandoli con quelli caratterizzati da sostituzione Met. Una seconda ricerca ha rilevato che, tra gli studenti universitari (N=178), i punteggi depressivi più bassi erano associati a minori problemi personali nei soggetti Val/Val ma non negli individui vettori Met. Una maggiore solitudine percepita ha portato i vettori Val/Val a difficoltà nel fronteggiare i problemi. I risultati delle ricerche, quindi, suggerirebbero che anche i soggetti Val/Val possono avere vulnerabilità alla depressione quando devono fronteggiare esperienze di solitudine (Bedard et al., 2017).

Soffrire di sintomi di solitudine ovvero sentirsi soli e tristi può comportare altre conseguenze?

Il funzionamento sociale risulta fortemente compromesso nei disturbi d’ansia e nella depressione.
In una ricerca sono stati reclutati pazienti affetti da disturbi d’ansia (N=540). Sono stati analizzati dati relativi al comportamento (dimensioni della rete sociale, attività sociali, supporto sociale); affettivi (solitudine, affiliazione, percezione di una disabilità sociale); alla presenza di depressione (N=393); alla presenza di depressione in comorbilità (coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo) con ansia (N=748). I partecipanti rimpatriati erano 621 mentre i soggetti di controllo sani erano 650. I risultati della ricerca hanno mostrato una tendenza crescente alla disfunzione sociale nei gruppi di pazienti, soprattutto se affetti da disturbi d’ansia e depressivi in comorbilità. Sono stati riscontrati anche alcuni disturbi del funzionamento sociale tra pazienti in remissione. La disabilità sociale percepita era predittiva della persistenza di depressione e/o ansia nei due anni successivi alla ricerca. Gli indicatori comportamentali e affettivi del funzionamento sociale sono risultati compromessi nei pazienti con disturbi d’ansia e depressione, soprattutto se sperimentavano entrambe le patologie in associazione.
Dopo la remissione dei sintomi affettivi può rimanere una disfunzione sociale residua predittiva della psicopatologia futura (Saris et al., 2017).

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Quando la solitudine diventa una patologia?

Per comprendere se si sta vivendo una condizione patologica di solitudine è utile affidarsi ad uno psichiatra psicoterapeuta con il quale è possibile iniziare un percorso psicoterapeutico e/o farmacologico al fine di conoscersi meglio, recuperare il benessere e ripristinare la rete sociale.

Riferimenti bibliografici:

Bedard M et al (2017). Loneliness in Relation to Depression: The Moderating Influence of a Polymorphism of the Brain Derived Neurotrophic Factor Gene on Self-efficacy and Coping Strategies. Front Psychol. 8: 1224.

Saris IMJ et al (2017). Social functioning in patients with depressive and anxiety disorders. Acta Psychiatr Scand. 136(4): 352-361.

Van Winkel M et al (2017). Unraveling the Role of Loneliness in Depression: The Relationship Between Daily Life Experience and Behavior. Psychiatry. 80(2): 104-117.

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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

Psichiatra psicoterapeuta Roma Tiziana Corteccioni

Psichiatra e Psicoterapeuta.
Riceve a Roma e a Perugia.

La Dott.ssa Tiziana Corteccioni è un Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta ad orientamento clinico cognitivo comportamentale. Collabora con l'Associazione di Clinica Cognitiva, sede di Roma.

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