Cos’è il disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è anche conosciuto col nome di malattia maniaco-depressiva ed è caratterizzato da cambiamenti repentini del tono dell’umore, dell’energia e dei livelli di attività.
Si parla di disturbo bipolare quando si verifica l’alternanza tra episodi depressivi ed episodi maniacali oppure solo maniacali (Disturbo Bipolare di tipo 1) oppure tra episodi depressivi e ipomaniacali (Disturbo bipolare di tipo 2).
Quali sono i sintomi
I sintomi possono essere severi. Durante la fase maniacale chi ne soffre può arrivare a non dormire per una settimana o ad effettuare acquisti avventati. Le oscillazioni dell’umore sono diverse da quelle normali e fisiologiche della vita quotidiana. I sintomi, infatti, possono portare a riduzione delle relazioni sociali, del funzionamento lavorativo e persino al suicidio. L’età media di insorgenza è più preoce rispetto alla Depressione Maggiore unipolare (18, 22 anni). La prevalenza nell’arco della vita in Italia è pari all’1,2-1,6%.
Secondo il DSM V per fase maniacale si intende la presenza per almeno una settimana di tre o più sintomi tra i seguenti: euforia, grandiosità, iperattività, logorrea, fuga di idee, diminuito bisogno di sonno, spese eccessive, eccessivo coinvolgimento in attività ludiche o pericolose. La fase maniacale è, inoltre, caratterizzata da compromissione del funzionamento quotidiano, necessità di ricovero e spesso da manifestazioni psicotiche. Si può andare incontro ad abuso di sostanze stupefacenti o alcol. Per fase ipomaniacale, invece, si intende la presenza di tre o più tra i sintomi della fase maniacale per almeno 4 giorni con un cambiamento del comportamento osservato dagli altri ma senza una gravità tale da richiedere ricovero o compromettere il funzionamento socio-lavorativo.
Il Disturbo Ciclotimico si differenzia dal disturbo bipolare in quanto dura da almeno due anni ed è caratterizzato dall’alternanza di episodi depressivi ed ipomaniacali sottosoglia.
La terapia di questo disturbo è prevalentemente farmacologica e basata sull’utilizzo di stabilizzatori del tono dell’umore, ipnotici ed eventualmente bassi dosaggi di antidepressivi.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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