Depressione, ansia e movimento fisico
Quali sono le migliori attività sportive e ricreative per risollevare l’umore e combattere lo stress.
Il movimento fisico e lo sport rappresentano attività efficaci contro ansia e depressione.
Lo sport è davvero un antidepressivo?
Quali sono le attività anti-depressione e gli sport migliori contro l’ansia e i sintomi depressivi?
La corsa ed il nuoto, ad esempio, sembrerebbero utili a risollevare l’umore e attenuare la sintomatologia ansiosa soprattutto se in fase iniziale.
Il dolore intenso può rappresentare un sintomo depressivo e/o ansioso tale da limitare la funzionalità del soggetto che ne soffre. Un’intensità del dolore più elevata, infatti, sembrerebbe associata a maggiori interferenze nelle attività quotidiane e ad un peggioramento della depressione. Il dolore ed i sintomi depressivi, quindi, possono essere collegati a limitazioni funzionali soprattutto negli anziani con disturbi psichici gravi (Brooks et al., 2018).
Per esaminare gli effetti dell’attività fisica sulla salute mentale in una ricerca sono stati reclutati 3043 soggetti. Di questi 2047 (49,2% uomini) hanno completato questionari ed effettuato indagini nel periodo compreso tra aprile 2010 e maggio 2011. I partecipanti hanno indossato un accelerometro da polso denominato GENEActiv per 7 giorni consecutivi consentendo di indagare la presenza di un comportamento sedentario, un’attività fisica leggera o moderata-intensa. I sintomi depressivi e ansiosi sono stati valutati utilizzando la Center for Epidemiologic Studies Depression scale e l’Hospital Anxiety and Depression Scale mentre il benessere è stato valutato utilizzando la scala del benessere WHO-5 (WHO-5 well-being scale). Dai risultati è emerso che un aumento di 30 minuti al giorno di attività fisica leggera era associato ad una significativa diminuzione dei sintomi d’ansia e ad un significativo aumento dei livelli di benessere. Tali dati suggerirebbero che la sostituzione del comportamento sedentario con un’attività leggera possa avere associazioni significative con la riduzione dei sintomi ansiosi e con il recupero del benessere negli adulti di mezza età (Dillon et al., 2018).
Sebbene l’esposizione ad ambienti naturali all’aperto, effettuata attraverso il passeggio o la corsa, ad esempio, sia stata costantemente associata ad un miglioramento della salute generale percepita, le prove disponibili sull’effetto protettivo di questa esposizione nei confronti di specifici disturbi mentali, come la depressione e l’ansia, sono ancora limitate. In una ricerca sono stati reclutati nel 2013-2014 958 partecipanti adulti provenienti da Barcellona. Per ciascun partecipante sono stati valutati gli indicatori di esposizione residenziale alla quantità di verde e l’accesso ai principali spazi verdi. I partecipanti hanno raccontato le loro storie di ansia e depressione. L’esposizione al verde circostante era associato ad una riduzione della probabilità di pregresso uso di benzodiazepine e di sintomi depressivi presenti nella storia clinica. L’inquinamento atmosferico ed il rumore rappresentavano importanti mediatori per una percentuale delle associazioni osservate mentre l’attività fisica ed il sostegno sociale svolgevano un ruolo secondario. Tali risultati suggerirebbero la presenza di un potenziale ruolo protettivo degli spazi verdi sulla salute mentale (ovvero sui sintomi di depressione e ansia) negli adulti, indipendentemente dallo svolgimento di attività fisica (Gascon et al., 2018). Le attività sportive, quindi, possono contribuire ad attenuare i sintomi depressivi e/o ansiosi ma la loro efficacia sarebbe notevolmente potenziata dall’esposizione ad ambienti naturali, dotati di proprietà rilassanti e risollevanti l’umore.
Riferimenti bibliografici:
Brooks JM et al (2018). Pain intensity, depressive symptoms, and functional limitations among older adults with serious mental illness. Aging Ment Health. [Epub ahead of print].
Gascon M et al (2018). Long-term exposure to residential green and blue spaces and anxiety and depression in adults: A cross-sectional study. Environ Res. 162: 231-239.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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