Depressione di Natale: un intervento precoce può prevenire il suicidio
Ricerche bibliografiche suggeriscono la presenza di un aumentato tasso di psicopatologia in prossimità delle festività, tra cui il Natale.
Intorno alle vacanze di Natale, infatti, l’umore generale degli individui tenderebbe a peggiorare ed il numero di decessi alcol-correlati ad aumentare. Tuttavia gli accessi dei pazienti psichiatrici al pronto soccorso ed ai reparti di degenza sembrerebbe meno elevata per una riduzione della prevalenza di comportamenti autolesivi e di tentativi di suicidio. Dopo le vacanze di Natale, invece, sembrerebbe esserci un fenomeno di rimbalzo di questi ultimi comportamenti (Sansone & Sansone, 2011).
La relazione tra suicidio e compleanni e/o tra suicidio e giorni festivi è stata studiata dai dati relativi a 32291 tentativi di suicidio danesi effettuati da soggetti dai 15 anni in su in un arco temporale di 24 anni (dal 1970 al 1994). Sembrerebbe esserci un rinvio di un numero significativo di suicidi da prima di una vacanza a dopo la vacanza. L’”effetto vacanza” è stato riscontrato soltanto intorno alle principali festività pubbliche, in particolare Natale, Pasqua e Pentecoste. Tale effetto è rilevante per gli interventi di prevenzione, soprattutto a causa della disponibilità ed accessibilità dei servizi psichiatrici prima e dopo i principali giorni festivi (Jessen & Jensen, 1999).
L’obiettivo di un altro studio è stato quello di esaminare la relazione tra la frequenza di suicidio nei giorni della settimana e le principali festività in Ungheria (periodo dal 1970 al 2002). L’analisi si è basata sui dati di circa 140000 tentativi di suicidio. Dai risultati i tentativi di suicidio si verificavano più frequentemente il lunedì e nel fine settimana sia per i maschi che per le femmine. Nei giorni di Natale e Pasqua i tassi di suicidio diminuivano solo tra i maschi. Il primo giorno dell’anno è stato associato ad un forte aumento del rischio di suicidio in entrambi i sessi, mentre non sembrerebbe esserci alcun cambiamento nella frequenza di suicidio nei giorni festivi ungheresi del 1° maggio e del 20 agosto. I tentativi di suicidio, quindi, non aumenterebbero prima delle festività lavorative (weekend e feste pubbliche) ma dopo, ovvero il giorno seguente. Questo risultato può essere un altro aspetto importante per adottare misure preventive (Bozsonyi et al., 2005).
Anche altri studi hanno confermato una riduzione del tasso di suicidio sembrerebbe verso Natale ed un aumento all’inizio del nuovo anno. Questo effetto è stato dimostrato anche per l’Austria. Le analisi si sono basate sulle statistiche di suicidio ufficiali dal 2000 al 2013, sulle variazioni dei tassi di suicidio durante le principali festività e nei fine settimana. Dai risultati i tassi di suicidio erano scesi prima di Natale diventando minimi il 24 dicembre, sono rimasti bassi fino alla fine dell’anno, raggiungendo un picco il giorno di Capodanno e la prima settimana del nuovo anno. Il tasso di suicidi, inoltre, era aumentato nella settimana dopo Pasqua ed il lunedì/martedì dopo il fine settimana (Plöderl et al., 2015).
La visita psichiatrica, spesso rimandata per dare la precedenza ad altre problematiche di salute, in realtà è fondamentale in quanto permette di risolvere al meglio un disagio emotivo. Secondo le ricerche scientifiche un disturbo psichico non trattato adeguatamente può peggiorare, soprattutto dopo le festività. Intervenire precocemente può permettere al paziente di effettuare un trattamento con un minor numero di farmaci e/o un minor numero di sedute di psicoterapia recuperando rapidamente il benessere perduto.
Riferimenti bibliografici:
Bozsonyi K et al (2005). [The effect of public holidays on the suicide drive (frequency) in Hungary (1970-2002)]. [Article in Hungarian]. Psychiatr Hung. 20(6): 463-71.
Jessen G & Jensen BF (1999). Postponed suicide death? Suicides around birthdays and major public holidays. Suicide Life Threat Behav. 29(3): 272-83.
Plöderl M et al (2015). Nothing like Christmas-suicides during Christmas and other holidays in Austria. Eur J Public Health. 25(3): 410-3.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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