Depressione post-partum: diagnosi e prevenzione
La depressione post-partum è una condizione che influisce sulla salute delle donne ed incide negativamente sulla serenità delle famiglie colpite. Studi clinici hanno dimostrato che la presenza di depressione post-partum può danneggiare l’attaccamento madre-bambino, può avere un impatto negativo sul rapporto coniugale e può causare disagio familiare. Sebbene si tratti di un fenomeno specifico e abbastanza comune la depressione post-partum viene spesso confusa con condizioni fisiologiche, come il maternity blues o condizioni patologiche, come la psicosi post-partum.
Il maternity blues (anche detto baby blues o blues del post-parto) è una condizione fisiologica e frequente che compare nell’80% delle neomamme entro i primi 5 giorni dal parto. È caratterizzata da labilità emotiva, ansia, astenia, irritabilità, difficoltà di concentrazione. Scompare solitamente entro 10 giorni dal parto.
Sono state identificate tre caratteristiche che definiscono la depressione post-partum. Innanzitutto tale forma depressiva inizia dalle quattro alle sei settimane dopo il parto e continua per almeno due settimane. In secondo luogo sono presenti spesso più di 5 sintomi depressivi. Tra i più frequenti si possono citare: umore depresso, perdita di piacere e di interessi, labilità emotiva, inappetenza, insonnia, irritabilità, rallentamento o agitazione psicomotoria, confusione o disorientamento. In terzo luogo la depressione post-partum crea una marcata compromissione del funzionamento quotidiano delle madri rendendo difficile per loro la cura dei loro bambini e la concentrazione sulle attività quotidiane (Lee et al., 2015).
Numerose alterazioni endocrine sono state individuate durante la gravidanza. La maggior parte delle donne in gravidanza risente di questi cambiamenti ormonali ed il periodo successivo al parto è associato ad un aumentato rischio di episodi depressivi. Gli studi pubblicati sulla reattività emotiva si sono concentrati sul legame materno-infantile e sulla depressione post-partum. Alcuni studi longitudinali hanno valutato le alterazioni neurobiologiche, responsabili del difetto nella regolazione emotiva e presenti per tutto il periodo del post-partum. 13 donne, senza sintomi di depressione post-partum, hanno subito una risonanza magnetica funzionale mentre eseguivano un compito che consisteva nel riconoscere un volto e la corrispondente emozione espressa. Tali donne hanno, inoltre, completato test specifici: MADRS-S, STAI-S e EPDS in 2 momenti: entro 48 ore dal parto e 4-6 settimane dopo il parto. 15 volontarie sane sono state reclutate da un precedente studio durante la fase luteale e follicolare del ciclo mestruale.
Le donne che avevano partorito presentavano una più bassa reattività nell’insula, nel giro frontale mediano e nel giro frontale inferiore nei primi giorni dopo il parto rispetto al periodo a 4-6 settimane dal parto. La reattività dell’insula era correlata positivamente con la presenza di ansia nel periodo precoce del post-parto e con la presenza di sintomi depressivi nel periodo tardivo del post-parto. La reattività dell’insula e del giro frontale inferiore, inoltre, erano maggiori nelle donne dopo il parto rispetto alle donne di controllo non in gravidanza. La reattività delle aree cerebrali non correlava con i livelli di estradiolo o progesterone presenti nel siero. L’aumento della reattività di aree come l‘insula, il giro frontale mediano ed il giro frontale inferiore rifletterebbe un normale adattamento dopo il parto che, però, se associato alla presenza di depressione o ansia, potrebbe rendere tali donne suscettibili ad un aumentato rischio di depressione post-partum (Gingnell et al., 2015).
Uno studio ha valutato l’associazione tra le gravidanze indesiderate e l’insorgenza di depressione post-partum. Si tratta di uno studio prospettico di coorte condotto su 1121 donne in gravidanza di età compresa tra i 18 ed i 49 anni, reclutate nel periodo tra luglio 2005 e dicembre 2006 in Brasile. 1121 donne sono state intervistate durante la gravidanza e 1057 subito dopo il parto. Le gravidanze indesiderate sono state valutate durante il primo colloquio mentre i sintomi della depressione post-partum sono stati accertati attraverso la Edinburgh Postnatal Depression Screening Scale.
La frequenza di gravidanze indesiderate è risultata pari al 60,2%. Il 25,9% delle donne hanno presentato sintomi di depressione post-partum. Dallo studio è emerso, inoltre, che coloro che avevano avuto gravidanze indesiderate presentavano una maggiore probabilità di soffrire di questi sintomi (Brito et al., 2015).
Il trattamento della depressione post-partum è prevalentemente di tipo psicologico e psicoterapeutico. Si preferisce limitare l’uso di farmaci in modo tale da permettere alle mamme di proseguire ad allattare al seno i loro neonati.
Alcuni studi hanno valutato l’efficacia della psicoterapia interpersonale di gruppo sulla prevenzione della depressione post-partum rafforzando l’idea della necessità di un sostegno sociale e della costruzione di capacità interpersonali durante il periodo della maternità. Gli argomenti trattati negli studi riguardavano l’importanza della cura di sé e l’incoraggiamento delle pratiche di allattamento al seno. Anche se le donne in psicoterapia individuale hanno registrato tassi di allattamento al seno simili a quelle che effettuavano psicoterapia di gruppo, queste ultime avevano una durata di allattamento al seno maggiore: i giorni di allattamento delle donne in psicoterapia di gruppo erano in media 54 contro 21 nelle donne in psicoterapia individuale (Kao et al., 2015).
Riferimenti bibliografici:
Brito CN et al (2015). Postpartum depression among women with unintended pregnancy.Rev Saude Publica. 49:1-9.
Gingnell et al (2015). Emotion Reactivity Is Increased 4-6 Weeks Postpartum in Healthy Women: A Longitudinal fMRI Study. PLoS One. 10(6). eCollection 2015.
Lee PJ et al (2015).[Concept Analysis of Postpartum Depression]. Hu Li Za Zhi. 62(3): 66-71.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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