Depressione: sintomi iniziali con impatto sul funzionamento globale
Negli individui depressi, soprattutto se affetti da disturbo bipolare, può manifestarsi una riduzione del funzionamento globale (sociale e lavorativo), non solo nelle fasi acute di malattia, ma anche se la patologia è in remissione. Molteplici fattori potrebbero influenzare il funzionamento psicosociale di tali soggetti come, ad esempio, la presenza di sintomi residui e/o deficit neuropsicologici tra i quali la compromissione della cognizione sociale. 49 soggetti affetti da disturbo bipolare di tipo I in remissione e 53 individui sani sono stati valutati nelle seguenti dimensioni cognitive: intelligenza generale, attenzione, velocità di elaborazione, apprendimento verbale, funzioni esecutive e memoria di lavoro utilizzando una serie completa di test neuropsicologici. I due gruppi di soggetti sono stati abbinati per sesso, età e livello di istruzione. Sono stati somministrati al gruppo di pazienti bipolari test specifici di valutazione dell’umore e ad entrambi i gruppi scale di valutazione del funzionamento psicosociale. E’ stato valutato anche il funzionamento globale generale attraverso una scala specifica. Dai risultati è emerso nel gruppo di soggetti bipolari un deterioramento significativo, rispetto ai partecipanti sani, di tutte le funzioni cognitive di base valutate con l’eccezione della memoria verbale. I soggetti bipolari, inoltre, presentavano prestazioni cognitive più scarse rispetto ai controlli sani ed una riduzione del funzionamento di quella che viene denominata teoria di teoria della mente ovvero della capacità di intuire o comprendere gli stati mentali propri e altrui. Il funzionamento psicosociale nel gruppo bipolare era significativamente correlato alla gravità dei sintomi, soprattutto depressivi o psicotici, alla storia di episodi psicotici e al funzionamento cognitivo. I sintomi residui e le disfunzioni cognitive, in particolare il deficit nella cognizione sociale (associato allo scarso funzionamento della teoria della mente), pertanto, influenzerebbero negativamente il funzionamento psicosociale dei pazienti con disturbo bipolare in remissione. Interventi terapeutici specifici mirati alla disfunzione cognitiva sociale potrebbero migliorare il risultato funzionale dei pazienti trattati per disturbo bipolare (Konstantakopoulos et al., 2016).
La presenza di deficit nella cognizione sociale all’esordio può contribuire al rischio di insorgenza di depressione e alla manifestazione di una compromissione psicosociale durante l’episodio depressivo. Il riconoscimento delle emozioni sarebbe parzialmente compromesso nella Depressione Maggiore. Una revisione sistematica della letteratura ha incluso 18 studi che hanno confrontato 613 pazienti con disturbo depressivo maggiore e 529 controlli sani. Dalle conclusioni è emerso che i pazienti con Depressione Maggiore presentavano una performance significativamente più bassa della teoria della mente rispetto ai controlli sani. La riduzione del funzionamento della teoria della mente era significativamente correlata alla gravità dei sintomi depressivi. Veniva, inoltre, valutata l’utilità di indagare le varie abilità della teoria della mente nei diversi sottotipi e nelle diverse fasi della depressione (Bora & Berk, 2016).
I disturbi depressivi possono essere associati anche ad una riduzione dell’attività motoria. Il modello cognitivo-comportamentale di Lewinsohn di depressione individuerebbe proprio in un livello ridotto di attivazione la mancanza di esperienze positive. La relazione tra attività fisica e umore, come pure tra attività motoria e motivazione ad impegnarsi in tale attività è tutt’ora sconosciuta. Un incremento del tono dell’umore e della motivazione ad attivarsi può precedere o seguire l’attività motoria. Uno studio ha indagato l’associazione tra attività motoria e depressione valutando anche la relazione temporale tra attività motoria, cambiamenti del tono dell’umore e motivazione ad attivarsi. L’attività motoria è stata misurata con actigrafia in 12 pazienti affetti da depressione per una settimana. La gravità della depressione è stata valutata all’inizio e alla fine dello studio con scale di valutazione di depressione. I pazienti hanno riferito dopo un’ora di attività motoria cambiamenti di umore e di motivazione. Dai risultati è emerso che un incremento dell’attività motoria sembrerebbe associato ad un miglioramento della depressione. L’attività motoria sembrerebbe quindi associata all’umore e alla motivazione ad attivarsi soprattutto dopo un’ora di movimento. I risultati dello studio supporterebbero il modello di Lewinsohn di depressione sottolineando il possibile ruolo dell’attivazione comportamentale nel trattamento antidepressivo (Bewernick et al., 2016).
Riferimenti bibliografici:
Bewernick BH et al (2016). Walking away from depression-motor activity increases ratings of mood and incentive drive in patients with major depression. Psychiatry Res. 247: 68-72.
Konstantakopoulos G et al (2016). Clinical and cognitive factors affecting psychosocial functioning in remitted patients with bipolar disorder. Psychiatriki. 27(3): 182-191.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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