Il disturbo borderline di personalità
La personalità può essere definita l’impalcatura mentale dell’individuo, in quanto costituita da un insieme dei tratti emozionali e comportamentali stabili, prevedibili che si formano durante la tarda infanzia ed adolescenza.
Nei disturbi di personalità tali tratti appaiono inflessibili e maladattativi, compromettendo la capacità di relazionarsi agli altri, causando una compromissione del funzionamento sociale e/o lavorativo. I soggetti affetti da disturbi di personalità spesso non hanno consapevolezza di avere questi problemi. Per il DSM-IV vengono coinvolte aree come la coscienza, l’affettività, le relazioni interpersonali, il controllo degli impulsi e si viene a formare un modello abituale di esperienza interiore, di comportamento e di relazione con gli altri inflessibile, pervasivo e stabile con insorgenza in adolescenza o nella prima età adulta.
Fattori biologici, genetici e psicosociali possono contribuire allo sviluppo di disturbi di personalità. La prevalenza di tali disturbi nei gemelli monozigoti è maggiore rispetto ai dizigoti.
Il trattamento appare difficile se il paziente non ha la consapevolezza di avere un problema. Spesso vengono riferiti numerosi periodi di interruzione volontaria dei trattamenti o difficoltà ad iniziarne uno. La terapia farmacologica è necessaria solo per trattare sintomi associati al disturbo come quelli depressivi, psicotici o ansiosi. Molto utile appare la psicoterapia individuale e di gruppo.
Tra i disturbi più diffusi nella popolazione generale c’è il disturbo borderline di personalità. I soggetti con disturbo borderline di personalità riferiscono instabilità delle relazioni interpersonali, del tono dell’umore e del comportamento. Vengono riferite, inoltre, immagini di sé e dell’altro prima idealizzate poi svalutanti in rapida successione, senza la capacità di ricordare i nessi o le relazioni causali che hanno determinato tale cambiamento di opinione. I soggetti affetti, inoltre, possono riferire sentimenti di vuoto, paura di essere abbandonati dall’altro e disturbi dell’immagine corporea. I disturbi più frequentemente associati a tale disturbo di personalità sono, infatti, quelli dell’alimentazione (bulimia, anoressia) accompagnati da disturbi depressivi e/o ansiosi. Vengono riferiti, inoltre, comportamenti impulsivi, tentativi di suicidio o gesti autolesivi. Generalmente i soggetti con disturbo borderline di personalità presentano difficoltà nel controllare la rabbia riferendo irritabilità ed episodi di aggressività eterodiretta. A volte manifestano sintomi dissociativi che vengono descritti come una sorta di “anestesia emotiva” caratterizzata da episodi di depersonalizzazione (non si riconoscono allo specchio, si osservano dall’esterno) o derealizzazione (non riconoscono l’ambiente dove vivono o le strade che percorrono ogni giorno) accompagnati dalla presenza di idee a carattere persecutorio soprattutto in seguito ad eventi stressanti. I gesti autolesivi che si procurano li aiuterebbero proprio a sentire le emozioni e ad uscire dallo stato di dissociazione. Nella storia di vita di tali soggetti sono presenti spesso traumi infantili (abusi sessuali, maltrattamenti, scarsa comunicazione familiare).
La prevalenza del disturbo borderline è pari all’1-2%. Le donne manifestano il disturbo con una frequenza due volte superiore a quella degli uomini. Il tasso di suicidio è pari al 10%.
Tra i trattamenti la psicoterapia cognitiva rappresenta la più efficace ed indicata nelle linee guida internazionali. Tra le nuove terapie cognitive va segnalata la terapia dialettico-comportamentale o DBT (indicata soprattutto se sono presenti disregolazione emotiva, comportamentale e gesti autolesivi). Secondo alcuni studi la DBT sarebbe in grado di ridurre la frequenza dei gesti autolesivi di almeno il 50% (Alper & Peterson, 2001).
Riferimenti bibliografici:
- Ganti L, Kaufman M, Yanofski J. First Aid for the Psychiatry Clerkship, Third Edition (First Aid Series). 2011.
- DSM IV-TR. Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali. APA. 2000.
- Pubmed Health. Borderline personality disorder. Novembre 2012.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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