Disturbo da accumulo compulsivo: come curarlo con farmaci e psicoterapia
La disposofobia ovvero la patologia degli accumulatori seriali va curata perché può compromettere la qualità della vita.
Il disturbo da accumulo compulsivo, anche detto disposofobia o hoarding disorder, è una patologia cronica e debilitante con ripercussioni sulla qualità della vita. Viene riscontrato nei soggetti di mezza età con deficit cognitivi oppure nelle persone con disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo di personalità ossessivo-compulsivo.
Gli adulti anziani con disturbo da accumulo, infatti, mostrerebbero differenze significative rispetto ai controlli più anziani sani in molteplici aree del funzionamento esecutivo. Rispetto ai controlli sani, quindi, quelli con disturbo da accumulo presenterebbero errori significativamente maggiori, non perseverativi e prestazioni significativamente peggiori su test specifici che valutano controllo mentale e memoria di lavoro.
La disfunzione esecutiva, inoltre, sarebbe fortemente correlata alla gravità dell’accumulo. Il funzionamento esecutivo, pertanto, dovrebbe essere valutato e preso in considerazione quando si sviluppano strategie di intervento per gli anziani affetti da disturbo da accumulo (Ayers et al., 2013).
L’accumulo è elencato anche tra i criteri diagnostici DSM-V per disturbo ossessivo-compulsivo della personalità caratterizzato da atteggiamento perfezionistico, rigidità morale, estrema dedizione alle regole, riluttanza a delegare.
Quando l’accaparramento è estremo e caratterizzato da una marcata ansia all’idea di gettare via oggetti del proprio passato si dovrebbe prendere in considerazione una diagnosi aggiuntiva di disturbo ossessivo-compulsivo. Si possono diagnosticare, quindi, entrambi i disturbi se i criteri di tutti e due sono soddisfatti. Tuttavia, a volte l’accumulo compulsivo può essere indipendente da altri disturbi neurologici o psichiatrici. Esistono, infatti, prove sufficienti per poter ipotizzare una diagnosi separata di disturbo da accumulo (Mataix-Cols et al., 2010).
Quali sono le cause che spingono un accumulatore occasionale a diventare seriale?
Quale atteggiamento psicologico spinge alla conservazione di oggetti?
Il legame affettivo o temporale ad un determinato numero di oggetti della propria vita spinge a conservarli per il timore che possano servire oppure che si abbia voglia di rivederli nel proprio futuro.
Gli oggetti, infatti, rappresentano un legame con la propria identità passata, ricordi che possono essere recuperati rapidamente. L’accumulo può essere anche un passatempo rappresentando un’espressione della propria creatività come, ad esempio, nel collezionismo. Diventa una manifestazione patologica solo quando comporta la perdita di molto tempo che potrebbe essere impiegato per effettuare importanti attività della vita quotidiana.
Come si cura il disturbo da accumulo compulsivo?
Rivolgersi ad uno specialista permette di impostare la terapia più opportuna che consiste nell’utilizzo di farmaci antimpulsivi e/o nell’inizio di un percorso di psicoterapia.
Riferimenti bibliografici:
Mataix-Cols D et al (2010). Hoarding disorder: a new diagnosis for DSM-V? Depress Anxiety. 27(6): 556-72.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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