Empatia: significato in psicologia
Definizione dell’essere empatico, caratteristiche della persona empatica.
L’empatia è un’esperienza umana complessa che rappresenta l’intersezione tra vissuti di individui diversi.
Qual è il significato della parola empatia in psicologia?
Cosa significa essere empatico e quale può essere la definizione di persona empatica?
Alla base dell’empatia importante è il ruolo dei neuroni specchio e della teoria della mente ovvero della capacità di essere consapevole del mondo emotivo e cognitivo proprio e dell’altro. Le persone empatiche, infatti, hanno delle caratteristiche peculiari ovvero riescono a percepire se stessi, a verbalizzare i propri vissuti ed anche a mettersi nei panni degli altri.
Troppa empatia fa male?
In realtà no. L’empatia è una risorsa e non un ostacolo. Nel contesto dell’assistenza medica ed infermieristica i benefici delle relazioni empatiche sono direttamente correlati alla qualità della pratica clinica. Le relazioni empatiche tra infermieri e anziani sono state analizzate utilizzando diversi strumenti di valutazione. L’analisi delle relazioni empatiche è importante per la valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria. Nel contesto dell’assistenza geriatrica, pertanto, l’empatia ha un importante aspetto etico che contribuisce alla qualità della pratica infermieristica (Teòfilo et al., 2018).
Quali sono gli errori che le persone empatiche fanno in amore?
Gli errori possono essere legati ad una inadeguata attribuzione all’altro della propria percezione di esclusione. Una ricerca ha esaminato le risposte delle persone all’esperienza di esclusione da parte degli altri. Gli individui che percepiscono l’esclusione da parte degli altri senza ragioni chiaramente annunciate mostrerebbero maggiori attribuzioni esterne riguardo l’esclusione. Durante la ricerca, quando le affermazioni che le persone facevano per motivare l’esclusione erano manipolate sperimentalmente, le attribuzioni di esclusione diminuivano, il desiderio di affiliazione aumentava rispetto ad attribuzioni esterne o ambigue e questo dipendeva da differenze di empatia nei confronti degli altri. Le attribuzioni esterne relative alla percezione di un’esclusione causalmente poco chiara, pertanto, sarebbero connesse ad errori di empatia (Bernstein et al., 2018).
Il disgusto rappresenta un sistema affettivo che si è evoluto per rilevare segni di agenti patogeni, parassiti e tossine, nonché per stimolare comportamenti che riducono il rischio della loro acquisizione. Il disgusto incorpora meccanismi cognitivi sociali per regolare l’esposizione o anticipare l’evitamento dell’esposizione ad agenti patogeni e tossine.
La cognizione sociale comporta l’acquisizione di informazioni sociali su altri (cioè il riconoscimento sociale) e da altri (cioè l’apprendimento sociale). Ciò comporta il riconoscimento e la valutazione nei confronti di altri individui della minaccia di contaminazione che influenzerebbe la decisione su quando e come interagire o su come evitarla. La cognizione sociale fornisce una cornice finalizzata ad esaminare l’espressione di disgusto e dei meccanismi neurobiologici associati approfondendo i seguenti aspetti: il riconoscimento sociale mediato da odori di individui reali e potenzialmente infetti e l’impatto della minaccia sulla scelta del partner; i ruoli di estranei, individui non familiari e individui familiari nell’espressione di comportamenti di evitamento da disgusto; le modalità di apprendimento individuale e sociale e il ruolo dell’empatia nello sviluppo del disgusto (Kavaliers et al., 2018).
È utile che ci sia empatia tra due persone?
Si, soprattutto nei percorsi psicoterapeutici. Il successo della psicoterapia, infatti, dipende in gran parte dalla qualità della relazione tra terapeuta e paziente.
Riferimenti bibliografici:
Kavaliers M et al (2018). Social Neuroscience of Disgust. Genes Brain Behav. [Epub ahead of print].
Teòfilo TJS et al (2018). Empathy in the nurse-patient relationship in geriatric care: An integrative review. Nurs Ethics. [Epub ahead of print].
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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