Farmaci antidepressivi e allattamento al seno
Nonostante i numerosi benefici per la salute del neonato associati all’allattamento al seno solo il 49% delle donne dopo il parto negli Stati Uniti allatta fino a 6 mesi. È importante conoscere i fattori che possono influenzare la decisione di una donna di allattare al seno.
Uno studio ha esaminato nelle mamme la relazione tra uso di antidepressivi durante la gravidanza e la decisione di allattare al seno dopo il parto. Le partecipanti reclutate nello studio sono state 87 donne che, dopo il parto, avevano partecipato ad uno studio (realizzato dal 2009 al 2012) il quale si proponeva di esaminare l’efficacia dell’attività fisica per 6 mesi nella prevenzione della depressione post-partum. Le partecipanti erano a rischio di depressione post-partum in quanto già assumevano antidepressivi durante la gravidanza. Sono stati somministrati loro questionari per valutare il loro uso di antidepressivi subito prima del parto e l’inizio o meno dell’attività di allattamento al seno.
Dai risultati il 17% delle partecipanti ha assunto un farmaco antidepressivo durante la gravidanza ed il 91% ha allattato al momento della nascita del neonato. Le partecipanti che stavano assumendo un antidepressivo durante la gravidanza avevano quindi meno probabilità di iniziare l’allattamento al seno rispetto alle partecipanti che non stavano assumendo antidepressivi durante la gravidanza. Questo studio dimostrerebbe come l’uso prenatale di farmaci antidepressivi può essere visto dalle mamme e dal personale medico come un potenziale ostacolo all’allattamento al seno (Lewis et al., 2015).
Il periodo post-natale rappresenta una fase critica per le mamme a causa della presenza di cambiamenti ormonali fisiologici, un aumento delle oscillazioni emotive ed una maggiore suscettibilità per l’insorgenza o recrudescenza di disturbi psichici.
Nonostante l’utilizzo sempre maggiore di farmaci antidepressivi durante l’allattamento non sono ancora disponibili informazioni affidabili sulla sicurezza neonatale degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI).
Lo scopo di un recente studio è stato quello di fornire una revisione sistematica degli studi pubblicati sul profilo di sicurezza neonatale di questi farmaci durante l’allattamento. Dai risultati degli studi sertralina e paroxetina mostrerebbero un migliore profilo di sicurezza per il neonato durante l’allattamento al seno rispetto agli altri SSRI. Per fluvoxamina, escitalopram e duloxetina sarebbero stati pubblicati meno dati in letteratura.
Paroxetina e sertralina sembrerebbero considerati farmaci di prima linea in donne che allattano e che hanno bisogno di un trattamento farmacologico antidepressivo, in quanto affette da disturbi invalidanti non rispondenti alla psicoterapia (Orsolini & Bellantuono, 2015).
Un altro studio ha esaminato il profilo di rischi-benefici nel trattamento con sertralina durante l’allattamento. Misurando i livelli ematici disponibili di sertralina in 167 neonati, 146 neonati (l’87,4%) hanno presentato concentrazioni del farmaco al di sotto del limite di rilevazione e non sono state riscontrate relazioni significative tra le concentrazioni di sertralina materna e infantile. Su 150 neonati reclutati per valutare i livelli del metabolita desmetilsertralina 105 (il 70%) hanno mostrato livelli ematici al di sotto del limite di rilevazione. L’analisi di correlazione ha rivelato una relazione significativa tra le concentrazioni di desmetilsertralina materna e infantile ma questo metabolita ha solo una frazione dell’attività della sertralina. Una relazione significativa è stata, inoltre, riscontrata associando sertralina e desmetilsertralina ma deriva principalmente dal contributo della desmetilsertralina.
La sertralina, quindi, sembrerebbe un farmaco di prima linea per le donne che allattano al seno dati i bassi livelli di esposizione nei neonati attraverso l’allattamento. L’assistenza pediatrica deve comunque prevedere un adeguato monitoraggio dei neonati allattati al seno da donne che assumono sertralina in monoterapia (Pinheiro et al., 2015).
I dati sulla sicurezza di farmaci come la fluvoxamina su bambini allattati al seno, invece, sono limitati. Sono stati riportati in letteratura casi di diarrea e vomito nei neonati allattati al seno da donne in terapia con fluvoxamina alla dose di 50 mg al giorno (Uguz, 2015).
Riferimenti bibliografici:
Lewis BA et al (2015). The Relationship between Prenatal Antidepressant Use and the Decision to Breastfeed among Women Enrolled in a Randomized Exercise Intervention Trial. J Hum Lact [Epub ahead of print].
Orsolini L & Bellantuono C (2015). Serotonin reuptake inhibitors and breastfeeding: a systematic review.Hum Psychopharmacol. 30(1): 4-20.
Uguz F (2015). Gastrointestinal Side Effects in the Baby of a Breastfeeding Woman Treated with Low-Dose Fluvoxamine. J Hum Lact. 31(3): 371-3.
Segui la Dott.ssa Corteccioni sui Social
Ricerca articolo su patologia di interesse
News
Dott.ssa Tiziana Corteccioni
ULTIMI ARTICOLI
Come capire se è il caso di andare dallo psichiatra?
Andare dallo psichiatra non significa avere un disturbo mentale grave che necessita di una cura farmacologica importante. Lo psichiatra, ancora oggi, è visto come un…
Come combattere l’ansia e trasformarla in forza
Come calmare l’ansia velocemente e ritornare forti come prima? L’ansia è un’esperienza comune, un segnale di disagio che può manifestarsi in molte forme variando da…
Come riprendere un sonno regolare dopo le vacanze?
Quali sono le implicazioni sulla salute di un riposo notturno adeguato e le strategie per regolare un ritmo sonno-veglia alterato? Il sonno è una funzione…
Strage familiare: il significato in psicologia e i metodi per prevenirla
Come e perchè si può arrivare a compiere lo sterminio dei propri familiari, il parere di una psichiatra che spiega quali sono gli strumenti per…