Farmaci e psicoterapia, differenza tra i sessi
Secondo recenti ricerche gli uomini accederebbero con minore frequenza ai servizi di salute mentale. La ricerca di aiuto sembrerebbe, quindi, una caratteristica tipica del sesso femminile. Gli uomini, inoltre, preferirebbero l’uso dei farmaci alla psicoterapia.
In uno studio del 2009 (The Global Context-Belgian Mental Health Study), condotto su 743 soggetti provenienti dal Belgio, sono state somministrate ai partecipanti vignette raffiguranti tematiche relative all’area depressiva e schizofrenica. Dai risultati, osservando le vignette raffiguranti soggetti depressi e schizofrenici di sesso maschile, sia gli uomini che le donne intervistate consigliavano una maggior cura di sé. Gli uomini intervistati, inoltre, sembravano meno propensi a riconoscere la necessità di una psicoterapia. Osservando le vignette raffiguranti donne il tasso di psicoterapia consigliato dagli intervistati uomini sembrava minore. Per gli uomini l’utilizzo di farmaci sembrava più appropriato alle situazioni rappresentate. Gli intervistati di sesso maschile, infine, sembravano attribuire più vergogna e colpa ai soggetti raffigurati nelle varie vicende raffigurate (Pattyn et al., 2015).
L’insonnia è un fattore di rischio significativo per l’insorgenza di depressione ed è un sintomo comune che, se insorto dopo la fine di un trattamento, può aumentare il rischio di ricaduta. Un recente studio ha proposto l’utilizzo della terapia cognitivo-comportamentale su internet focalizzata sull’insonnia. Il trattamento cognitivo proposto è stato accettato prevalentemente dagli uomini che con meno probabilità ricercherebbero aiuto nelle cure tradizionali.
I partecipanti allo studio erano 80 uomini di età superiore ai 50 anni con criteri positivi DSM-V per Episodio Depressivo Maggiore o Distimia associati a prevalenti sintomi di insonnia. Lo studio aveva una durata di nove settimane con un periodo di follow-up di sei mesi. Durante l’intervento cognitivo i pazienti sono stati trattati da uno psichiatra con cure tradizionali.
Dai risultati emergerebbe che la terapia cognitivo-comportamentale accessibile tramite internet associata ai trattamenti tradizionali può portare a miglioramenti maggiori rispetto al solo trattamento standard soprattutto nei pazienti che non possono facilmente accedere alla psicoterapia (Cockayne et al., 2015).
Studi di comunità hanno ampiamente documentato le differenze di genere nella gestione dei problemi di salute mentale e nella ricerca di cure. In uno studio sono state valutate le differenze di genere nella severità del disagio emotivo, nei percorsi di consulenza, nei problemi presentati e nelle aspettative di cura tra gli utenti di servizi psichiatrici ambulatoriali. Sono stati reclutati 284 soggetti (64% donne) con episodi depressivi ricorrenti che effettuavano accessi singoli o ripetuti al servizio ambulatoriale psichiatrico.
Le variabili sopradescritte sono state analizzate quantitativamente attraverso questionari somministrati ai soggetti. Dai risultati non sono emerse significative differenze di genere sulle variabili esaminate. La ragione principale che spingeva i soggetti alla ricerca di cure erano i sintomi psichiatrici. L’aspettativa degli utenti consisteva nel ricevere un trattamento psicoterapeutico per gestire meglio i problemi della vita quotidiana. La limitazione principale dello studio era il campione relativamente piccolo di nuovi utenti di sesso maschile che accedevano al servizio. Gli uomini e le donne mostravano, comunque, una simile presentazione clinica e simili aspettative di cura (Nakash et al., 2014).
Riferimenti bibliografici:
Nakash O et al (2014). Presenting problems and treatment expectations among service users accessing psychiatric outpatient care: are there gender differences? Isr J Psychiatry Relat Sci. 51(3):212-7.
Pattyn E et al (2015). The gender gap in mental health service use. Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol [Epub ahead of print].
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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