I sogni hanno un significato e una funzione? Perché si sogna?
Spiegazione del sogno attraverso le neuroscienze e la psicologia.
Il sogno è uno stato di coscienza caratterizzato da esperienze sensoriali, cognitive ed emozionali generate internamente durante il sonno. Durante la fase del sonno REM le esperienze oniriche sono complesse, emozionali e percepibili. La nostra attuale conoscenza dei correlati cerebrali dell’attività onirica, infatti, deriva principalmente da studi effettuati durante questa fase del sonno. I risultati degli studi di neuroimaging mostrerebbero il sonno REM come caratterizzato da un modello specifico di attività cerebrale regionale. La distribuzione eterogenea dell’attività cerebrale durante il sonno spiegherebbe molte caratteristiche tipiche dei sogni. Viceversa le specifiche caratteristiche del sogno suggerirebbero l’attivazione di regioni selettive del cervello durante il sonno. L’integrazione dei dati neuroimaging del sonno umano, delle immagini mentali e del contenuto dei sogni è fondamentale per approfondire le conoscenze riguardanti l’attività onirica. Secondo le ultime ricerche il sonno ed i sogni eserciterebbero un’influenza non trascurabile su alcune importanti funzioni, come ad esempio la regolazione emotiva (Desseilles et al., 2011).
Dove nascono i sogni nel sistema nervoso? Quale parte del cervello elabora i sogni? Da secoli l’uomo è affascinato dai contenuti dei sogni. Lo studio oggettivo del contenuto onirico ha permesso di valutare le principali caratteristiche dei sogni umani: il contenuto percettivo, lo sfondo emotivo pervasivo, la stranezza. In particolare lo schema dell’attività cerebrale osservato durante la fase REM, attraverso gli studi di neuroimaging funzionale, sembrerebbe confermare queste caratteristiche. Gli aspetti percettivi dei sogni sarebbero correlati all’attivazione corticale di regioni cerebrali posteriori (occipitale e temporale). Di conseguenza i pazienti con lesioni occipitali-temporali possono segnalare una cessazione delle immagini di sogni visivi. In secondo luogo le caratteristiche emotive dei sogni sarebbero correlate all’attivazione di amigdala, corteccia orbito-frontale e corteccia cingolata anteriore. In terzo luogo l’attivazione delle aree mesio-temporali fornirebbe il contenuto della memoria comunemente riscontrato nei sogni. Infine la relativa ipoattivazione della corteccia prefrontale spiegherebbe l’alterazione del ragionamento logico, della memoria di lavoro, della memoria episodica e delle funzioni esecutive che si manifestano generalmente nei racconti dei sogni dopo risvegli dal sonno REM. Gli specifici correlati neurali dei sogni purtroppo rimangono ancora poco conosciuti.
Perché si sogna? I sogni hanno una specifica funzione? Le funzioni precise dei sogni sono tutt’ora sconosciute, anche se ipoteticamente legate ad importanti attività del sonno stesso (Maquet, 2004).
Dove nascono i nostri sogni e cosa ci dicono? C’è un insieme universale di simboli che sono comuni a tutti i sogni, indipendentemente dall’etnia o dalla cultura di una persona. Che significato avrebbero? Perché alcuni sogni rimangono incisi nei nostri ricordi, mentre altri sono quasi immediatamente dimenticati? Secondo alcuni scienziati i sogni rappresenterebbero poco più di un rumore nel cervello, senza alcuno scopo o funzione sostanziale. Tuttavia, apparentemente, una simile posizione contrasta con l’esperienza di molte persone che riflettono e addirittura analizzano i loro sogni, spesso alla ricerca di indizi e suggerimenti per la loro vita quotidiana o intuizioni del loro sé più profondo. Analogamente in quasi tutte le tradizioni i sogni vengono invocati come una fonte importante di rivelazione o di profezie (Paulson et al., 2017).
Il sogno può essere valutato anche dal punto di vista neuropsicologico, attraverso posizioni psicologiche sperimentali e psicoanalitiche. La ricerca psicofisiologica dimostrerebbe che la gente sogna in tutte le fasi del sonno, dal sonno alla veglia, ma che le caratteristiche dei sogni possono differire nelle diverse fasi. Gli studi neurobiologici indicherebbero l’esistenza di un’area neuroanatomica in cui i sogni possono essere generati e dimenticati. La psicoanalisi, invece, studierebbe il sogno da una prospettiva completamente diversa. Freud credeva che il sogno fosse l’espressione della soddisfazione allucinatoria di desideri repressi. Allo stesso tempo il sogno aveva anche funzioni di generazione di simboli attraverso i quali esperienze affettive, fantasie e difese memorizzate, come parti di un inconscio non represso nella memoria implicita, potevano essere rappresentate in termini pittorici, poi pensati e resi verbalmente. Dal punto di vista psicoanalitico il sogno sembrerebbe un processo di attivazione interna che solo apparentemente è caotico ma, in realtà, è ricco di significati, derivanti dalla storia autobiografica ed emotiva della persona (Mancia, 2004).
Riferimenti bibliografici:
Desseilles M et al (2011). Cognitive and emotional processes during dreaming: a neuroimaging view. Conscious Cogn. 20(4): 998-1008.
Mancia M (2004). The dream between neuroscience and psychoanalysis. Arch Ital Biol. 142(4): 525-31.
Maquet P (2004). [Mechanism and function of dreams]. [Article in French]. Bull Mem Acad R Med Belg. 159(10-12): 571-5.
Paulson S et al (2017). Dreaming: a gateway to the unconscious? Ann N Y Acad Sci. [Epub ahead of print].
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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