
Insonnia, un disturbo che compromette la salute e la qualità della vita
L’insonnia è un disturbo caratterizzato dalla difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno o dalla presenza di sonno non ristoratore nonostante l’opportunità di un adeguato periodo di sonno. Tale disturbo può provocare eccessiva sonnolenza diurna ed interferisce con le abituali attività della persona. Esso, perciò, va trattato in quanto influisce sull’umore e sui livelli di energia, compromettendo la salute psico-fisica, il funzionamento socio-lavorativo e la qualità della vita. La durata abituale del sonno varia da persona a persona. Vengono raccomandate generalmente 7-8 ore di sonno. Se trascurato nel tempo tale disturbo può diventare cronico.
L’insonnia può essere un disturbo del sonno primario oppure secondario a patologie psichiatriche o a condizioni mediche generali.
Le tre classificazioni diagnostiche che hanno permesso di stimare la frequenza dei disturbi del sonno sono: the International Classification of Sleep Disorders (ICSD), the Diagnostic and Statistical Manual, 4th edition (DSM-IV) e the International Classification of Diseases, 10th edition (ICD-10). In uno studio di Buysse e colleghi del 1994 l’insonnia è stata valutata da medici, attraverso visita e test specifici, in 257 patienti (216 che dichiaravano il solo disturbo del sonno e 41 che dichiaravano insonnia secondaria a disturbi psichiatrici o a condizioni mediche generali). Tra le diagnosi ICSD più frequentemente effettuate si possono citare le seguenti: “Disturbo del sonno associato a disturbo dell’umore” (32.3% dei casi) ed “Insonnia psicofisiologica” (12.5% dei casi). Le diagnosi DSM-IV più effettuate sono state: “Insonnia correlata ad altro disturbo mentale” (44% dei casi) e “Insonnia primaria” (20.2% dei casi). Le diagnosi ICD-10 più frequenti sono state “Insonnia dovuta a cause emotive” (61.9% dei casi) ed “Insonnia di origine organica” (8.9% dei casi). L’insonnia correlata a disturbi psichiatrici, perciò, rappresenterebbe una causa molto frequente in ambito clinico.
Tale disturbo del sonno, inoltre, sarebbe molto comune in menopausa. Condizioni cliniche associate a questo periodo della vita come la sindrome delle gambe senza riposo e le apnee ostruttive sembrerebbero favorirne l’insorgenza ed il mantenimento. In una recente revisione sistematica delle pubblicazioni scientifiche sull’ insonnia di Attarian e colleghi del 2014 sono stati valutati i trattamenti specifici per l’insonnia in menopausa. Le raccomandazioni indicate negli studi pubblicati sarebbero molteplici: il trattamento delle patologie mediche associate, la psicoterapia cognitivo-comportamentale, i farmaci, la pratica dello yoga e di massaggi.
L’indicazione fondamentale e veramente efficace per il trattamento di questo disturbo rimane, però, la valutazione specialistica seguita, se necessario, da un trattamento specifico “cucito” in base alle caratteristiche cliniche del paziente. La raccomandazione più importante e condivisa dai clinici rimane quella di trattare precocemente il disturbo per impedirne la successiva cronicizzazione con la conseguente necessità di terapie farmacologiche combinate.
Riferimenti bibliografici:
Buysse D.J. et al. (1994) Clinical diagnoses in 216 insomnia patients using the International Classification of Sleep Disorders (ICSD), DSM-IV and ICD-10 categories: a report from the APA/NIMH DSM-IV Field Trial. Sleep. 17(7): 630-7.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

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