L’autolesionismo mentale può portare al suicidio?
È importante prevenire l’aggravamento di un disturbo psichico con condotte autolesive rivolgendosi quanto prima ad uno specialista.
Per autolesionismo mentale o psicologico si intende la tendenza a mettere in atto condotte impulsive aggressive verso se stessi. L’autolesionismo non è un comportamento utile a ridurre la sofferenza soggettiva ed, inoltre, può mettere a rischio la vita se prende la forma di un tentativo di suicidio.
Cosa accade nella mente di un suicida o di chi commette atti autolesivi? In genere cerchiamo di proteggere i nostri corpi. Questo innato senso di protezione è supportato da rappresentazioni interne relative all’identità del corpo, ai parametri spaziali ed alle sensazioni corporee.
Nell’autolesionismo psicologico il corpo diventa il bersaglio. I primi atti di autolesionismo sono tipicamente riportati in adolescenza. A questa età il corpo diventa anche più importante del proprio concetto di sé. Alcune ricerche ipotizzerebbero che disturbi nelle rappresentazioni e percezioni corporee possano contribuire alla manifestazione di condotte autolesive.
Una revisione sistematica degli studi pubblicati è stata condotta per esaminare in modo critico il potenziale ruolo delle rappresentazioni corporee e dei disturbi della sensibilità nell’autolesionismo (non suicidario/suicidario) in adolescenti/giovani adulti (di età pari a 12-25 anni). Sono stati identificati 64 studi (per un totale di 275.183 partecipanti) e, nel complesso, i giovani coinvolti in atti autolesivi hanno segnalato livelli maggiori di insoddisfazione del corpo, disturbi di una parte del corpo, deficit nell’esperienza o valutazione delle sensazioni corporee rispetto ai gruppi di controllo. Tuttavia emergevano variabilità nei parametri esaminati e differenze di genere. Potrebbe esistere, quindi, un forte legame tra rappresentazioni corporee ed autoprotezione con necessità di indagare gli atti di autolesionismo in base alla rappresentazione e consapevolezza dell’immagine corporea (Hielscher et al., 2019).
Perché ci si fa del male e non si chiede subito aiuto ad un professionista della salute mentale? Le persone con malattie mentali in passato erano viste come diverse dalla popolazione generale con conseguente stigma pubblico. Quando lo stigma pubblico era interiorizzato portava all’auto-stigma. Secondo alcune ricerche livelli di auto-stigma più alti sarebbero caratterizzati da una minore autostima e livelli di depressione più alti (Corrigan & Nieweglowski, 2019). Oggi fortunatamente molte più persone si rivolgono allo psichiatra psicoterapeuta per alleviare le proprie sofferenze psicologiche. Tuttavia alcuni rinunciano al proprio benessere in nome di false credenze che possono portare ad un ritardo nella diagnosi e nella cura del proprio disturbo.
Perché è importante chiedere aiuto quanto prima, soprattutto in presenza di gesti autolesivi? Rivolgersi subito ad uno specialista permette di trattare un disturbo di gravità lieve ricorrendo a pochi farmaci, a bassi dosaggi o solamente ad un percorso di psicoterapia.
Riferimenti bibliografici:
Corrigan PW & Nieweglowski K (2019). Difference as an indicator of the self-stigma of mental illness. J Ment Health. 1-7.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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