La paura di tutto: psicologia e dati neurobiologici
Nel cervello di chi ha paura di tutto: psicologia, dati neurobiologici.
Un viaggio nella mente di chi teme ogni cosa.
Chi ha paura di tutto non riesce a vivere serenamente sia perché presenta un calo del funzionamento nelle attività quotidiane sia perché, chiedendo continue rassicurazioni, spesso subisce un processo di allontanamento da parte dei propri cari ed amici.
Come si chiama chi ha paura di tutto?
Quali sono i sintomi?
Chi presenta preoccupazioni eccessive nello svolgimento delle attività quotidiane può soffrire di un disturbo d’ansia generalizzato.
In questo disturbo i tipi di paure possono essere molteplici ed aspecifiche (non specifiche, a differenza delle fobie). La generalizzazione delle memorie della paura rappresenta un processo neurobiologico adattativo che promuove la sopravvivenza in ambienti complessi e dinamici. Di fronte ad una potenziale minaccia un individuo deve selezionare una risposta difensiva appropriata basata su esperienze precedenti che non sono identiche tra loro. Generalmente vengono selezionate anche informazioni contestuali che possono prevedere la sicurezza o il pericolo dell’evento. Come altri aspetti della memoria della paura la generalizzazione è mediata da azioni coordinate delle aree prefrontali, ippocampali, amigdalari e talamiche del cervello. La generalizzazione della paura è un segno distintivo di molti disturbi legati all’ansia e allo stress (Asok et al., 2019).
La generalizzazione della paura, quindi, prevede il trasferimento di una risposta precedentemente acquisita con uno stimolo minaccioso ad uno stimolo diverso. Viene considerata non funzionale quando stimoli che non rappresentano una minaccia reale vengono valutati come pericolosi, come nel caso di diversi disturbi d’ansia.
L’esposizione a stress è un importante fattore di rischio per l’insorgenza di disturbi d’ansia. Una singola esposizione allo stress promuove la generalizzazione di una traccia di memoria in un contesto diverso. Questo effetto dipenderebbe dalla formazione di una memoria associativa contestuale. L’aumento della stimolazione del recettore GABA-A, ottenuto mediante la somministrazione di benzodiazepine quali il midazolam prima dell’esposizione allo stress, impedirebbe la generalizzazione della memoria della paura (Bender et al., 2018).
Le esperienze stressanti, pertanto, promuovono solide memorie emotive, che sono ben ricordate. Un controllo GABAergico ridotto a livello dell’amigdala determinerebbe un aumento dell’influenza indotta dallo stress sull’emergenza della memoria associativa della paura e sulla generazione del potenziamento a lungo termine nei neuroni dell’amigdala.
Gli stimoli minacciosi avrebbero quindi un influenza sul consolidamento della memoria. Lo stato emotivo generato da uno stress ambientale, inoltre, modula criticamente la formazione e il mantenimento della memoria della paura a lungo termine (Martijlena & Molina, 2012).
Riferimenti bibliografici:
Asok A et al (2019). The Neurobiology of Fear Generalization. Front Behav Neurosci. 12:329.
Bender CL et al (2018). Prior stress promotes the generalization of contextual fear memories: Involvement of the gabaergic signaling within the basolateral amygdala complex. Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry. 83:18-26.
Martijena ID & Molina VA (2012). The influence of stress on fear memory processes. Braz J Med Biol Res. 45(4): 308-13.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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