Labilità emotiva come disturbo affettivo relazionale
Cause e terapia.
La labilità affettiva o emotiva è una manifestazione clinica di alcuni disturbi psichici come la Depressione Maggiore. Si tratta di un sintomo che può derivare da disturbi nella sfera affettiva relazionale e comportare un’ulteriore riduzione delle relazioni sociali.
Quali sono le cause della labilità emotiva e dell’insorgenza di un quadro clinico depressivo?
Gli abusi fisici ed emotivi durante l’infanzia o l’età adulta come anche l’abuso di alcol sono fattori che possono favorire la manifestazione di labilità affettiva. I maltrattamenti durante l’infanzia e l’abuso di alcol sono molto comuni tra i giovani affetti da disturbo dell’attenzione con iperattività (ADHD). Un potenziale meccanismo di mediazione sarebbe rappresentato proprio dalla labilità emotiva. In una ricerca è stato valutato un campione di 122 soggetti a rischio di ADHD (37% di sesso maschile) ovvero con maltrattamenti infantili e con abuso di alcol in età giovanile. Dai risultati la presenza di labilità emotiva mediava l’associazione tra negligenza o freddezza emozionale e problemi correlati con l’uso di alcol. I maltrattamenti infantili aumenterebbero il rischio di manifestare un abuso di alcol in età giovanile. L’associazione tra abusi emotivi e problemi con l’alcol dipendeva sia dalla labilità emotiva sia dal sesso. Durante la ricerca la scarsa presenza di labilità emotiva ha determinato negli uomini una scarsa associazione tra maltrattamenti infantili e rischio di sviluppare un abuso di alcol. L’associazione tra i due fattori, invece, era forte negli uomini con una marcata labilità emotiva e nelle donne (Bunford et al., 2017).
I maltrattamenti infantili possono aumentare il rischio di manifestare depressione, ansia e abuso di alcol. Esistono, però, soggetti che, nonostante questi antecedenti, non soffrono di tali disturbi. Ciò è stato verificato in un campione di 10980 partecipanti adulti che aveva subito gravi maltrattamenti durante l’infanzia. Rispetto agli uomini le donne reclutate nello studio hanno riportato più abusi emotivi e sessuali, nonché una minore capacità di regolazione emotiva. Per entrambi i generi gravi abusi emotivi, gravi maltrattamenti fisici, emozioni intense e negligenza fisica erano associati a sintomi di depressione e d’ansia mentre solo gravi abusi fisici aumentavano il rischio di mettere in atto condotte di abuso di alcol. Negli uomini gravi abusi emotivi e maltrattamenti fisici erano associati a livelli clinici di depressione e ansia. Nelle donne gli abusi sessuali, l’abbandono emotivo e una grave trascuratezza fisica si presentavano in associazione a livelli clinici di depressione e ansia. I gravi abusi emotivi negli uomini ed i gravi abusi fisici nelle donne erano associati ad abuso di alcol. Per quanto riguarda la resilienza la maggioranza dei partecipanti allo studio e gravemente maltrattati durante l’infanzia non ha riportato livelli clinici di depressione o ansia (il 72%) o abuso di alcol (il 93%) in età adulta. Anche se la maggioranza degli individui gravemente abusati o trascurati non ha mostrato livelli clinici di depressione, ansia o abuso di alcool il grave maltrattamento infantile può aumentare comunque il rischio di sviluppare psicopatologia in età adulta (Rehan et al., 2017).
La labilità emotiva può verificarsi anche in condizioni di estrema vulnerabilità come la gravidanza ed il post-partum. Il parto costituisce un evento significativo nella vita di una donna e nella relazione di coppia. Le modifiche organizzative che seguono il parto richiedono la riorganizzazione degli stili di vita quotidiana precedenti e lo sviluppo di nuovi metodi di adattamento che spesso si dimostrano difficili da mettere in atto. Uno studio ha valutato in che misura lo sviluppo dei sintomi della depressione post-partum nelle nuove madri può essere associato con il loro livello di soddisfazione nel rapporto coniugale. Nella ricerca sono state reclutate 100 donne nel primo mese dopo il parto. Le donne hanno completato questionari riguardanti la depressione post-partum e la qualità del rapporto coniugale. Dai risultati è emersa una correlazione significativa tra il livello della depressione post-partum e la qualità delle relazioni interpersonali. Una maggiore gravità dei sintomi della depressione postpartum (disturbi del sonno, labilità o passività affettiva, ansia/insicurezza, confusione mentale, perdita di stima di sé, colpa/vergogna, pensieri di morte) si sono verificati in donne meno soddisfatte della loro relazione, cioè in coloro che hanno sperimentato un livello ridotto di intimità, di capacità di adempimento dei compiti e similitudine con il partner, nonché un senso profondo di disillusione. Le donne che hanno dichiarato una soddisfazione profonda del loro rapporto coniugale hanno mostrato una maggiore sensazione di benessere psicofisico. Non sono state riscontrate correlazioni tra il verificarsi della depressione post-partum e fattori socio-demografici (età, livello di istruzione, luogo di residenza) o fattori associati alla storia di gravidanza (numero di bambini, numero di gravidanze, storia di aborti, diagnosi precoce di depressione, tipo di parto, condizione del neonato dopo la nascita, metodo di alimentazione per il neonato). Le donne insoddisfatte della qualità del loro rapporto coniugale quindi manifesterebbero con maggiore gravità i sintomi della depressione post-partum (Malus et al., 2016).
Quale è la terapia più adatta per curare il sintomo della labilità affettiva o emotiva?
Può essere utile sia un percorso di psicoterapia sia un trattamento di tipo farmacologico. Per sapere quale sia il miglior trattamento da intraprendere si può consultare uno specialista che, in base alla gravità e alla durata del sintomo, può consigliare la cura più opportuna.
Riferimenti bibliografici:
Bunford N et al (2017). Childhood Maltreatment, Emotional Lability, and Alcohol Problems in Young Adults At-Risk for ADHD: Testing Moderation and Moderated Moderation. J Psychoactive Drugs. 1-10. [Epub ahead of print].
Malus A et al (2016). Incidence of postpartum depression and couple relationship quality [Article in English, Polish]. Psychiatr Pol. 50(6): 1135-1146.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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