Paura di denunciare: perché le vittime non denunciano la violenza subita
La violenza domestica (abusi su minori, donne, uomini e anziani) è un problema diffuso in Italia ma anche negli Stati Uniti. La violenza domestica purtroppo non ha confini. Si verifica nelle relazioni intime, indipendentemente dalla cultura, dalla razza, dalla religione o dallo stato socioeconomico.
Si stima che episodi di violenza domestica coinvolgano ogni anno 10 milioni di persone negli Stati Uniti. Si tratta di un problema nazionale di salute pubblica. Praticamente tutti gli operatori sanitari, almeno una volta nella vita, possono valutare o trattare una vittima di una qualche forma di violenza domestica o familiare.
Sfortunatamente ogni forma di violenza familiare genera ulteriori episodi di violenza e il “ciclo di abusi“, a volte, continua nei bambini esposti durante le loro relazioni adulte e nella cura degli anziani. La violenza familiare include abusi, compresi quelli economici, fisici, sessuali, emotivi e psicologici nei confronti di bambini, adulti e anziani.
La violenza intima da parte dei partner attuali o precedenti include lo stalking, la violenza sessuale, le aggressioni fisiche e psicologiche.
Negli Stati Uniti una donna su quattro e un uomo su nove sono vittime di violenza domestica. Si ritiene che la violenza domestica sia sottostimata.
La violenza domestica coinvolge la vittima, le famiglie, i colleghi di lavoro e la comunità provocando una riduzione della salute psicofisica, della qualità di vita e determinando una riduzione della produttività.
Il costo economico nazionale della violenza domestica negli Stati Uniti è stimata in oltre 12 miliardi di dollari all’anno e si prevede che il numero di persone colpite aumenterà nei prossimi 20 anni con l’aumento della popolazione anziana.
Quando si verifica la violenza domestica
La violenza domestica si verifica quando un individuo acquisisce potere su un altro individuo. L’abuso di minori può essere effettuato da genitori, parenti o da chi custodisce un figlio di età inferiore ai 18 anni. Per il bambino rappresenta un trauma emotivo, sessuale e fisico generando una paura senza sbocco e un senso di impotenza con potenziali conseguenze dannose sullo sviluppo psicologico che prevede l’insorgenza di sintomi ansiosi, depressivi, dissociativi, psicotici e di disturbi del comportamento alimentare.
L’abuso su anziani può essere un atto di omissione o un atto intenzionale da parte di un caregiver che causa o crea un rischio di danni potenziali nei confronti di un anziano. La violenza domestica, l’abuso coniugale, il maltrattamento da parte dei partner, è in genere la vittimizzazione di un individuo con cui l’aggressore ha una relazione intima o romantica.
Cosa fare in caso di violenza psicologica in famiglia?
Le persone vittime di violenza psicologica o fisica denunciano?
Gli episodi di violenza domestica sono difficili da identificare perché molti casi non vengono segnalati agli operatori sanitari o alle autorità legali.
Perché le donne vittime di abusi spesso non denunciano la violenza subita o hanno paura di denunciare?
Quando si denuncia una violenza si ha paura delle possibili conseguenze ovvero di ritorsioni da parte dell’autore della violenza, spesso il proprio compagno o marito. Chi riesce a denunciare, inoltre, riferisce episodi di stalking, pedinamenti e minacce da parte del partner finalizzati proprio a convincere la vittima a ritirare la denuncia.
A causa della prevalenza degli episodi di violenza nella nostra società, tutti gli operatori sanitari, inclusi psicologi, psichiatri, medici, infermieri, farmacisti, dentisti e assistenti, a un certo punto, valutano e possibilmente trattano una vittima o un autore di violenza domestica o familiare.
Domande che gli operatori sanitari devono prendere in considerazione sono:
- Quali sono i fattori di rischio, i segni e i sintomi di violenza domestica o familiare?
- Quali sono le caratteristiche che definiscono la violenza domestica o familiare?
- Quali informazioni sono disponibili per assistere i bisogni delle vittime di violenza domestica o familiare?
Gli infortuni spesso richiedono una valutazione e un trattamento immediato. Gli operatori sanitari sono spesso i primi a valutare ed identificare le vittime di violenza familiare (Huecker & Smock, 2018).
Uno studio quantitativo trasversale su 535 donne adulte asiatiche residenti negli Stati Uniti è stato condotto per comprendere meglio la relazione tra esposizione infantile alla violenza e comportamenti in età adulta. Le misure comprendevano dati socio-demografici, esposizione alla violenza durante l’infanzia attraverso la testimonianza da parte dei genitori, esperienze di violenze infantili, ideazione o tentativi di suicidio, stima del benessere soggettivo in età adulta.
Associazioni significative sono state riscontrate tra abusi infantili e riduzione del benessere soggettivo in età adulta (Nagaraj et al., 2018).
Cosa fare in caso di violenza psicologica o fisica in famiglia?
Il primo passo è sicuramente chiedere aiuto a chi ha maggiori conoscenze sull’argomento ovvero ai centri antiviolenza presenti sul territorio nazionale.
Riferimenti bibliografici:
Nagaraj NC et al (2018). Is There a Link Between Childhood Family Violence and Adult Health? Understanding Family Violence Amongst South Asian American Women. J Immigr Minor Health.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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