guarigione spontanea dalla depressione

Quando si può guarire spontaneamente dalla depressione

La guarigione spontanea dalla depressione può avvenire in caso di sintomi di intensità lieve e di durata limitata nel tempo.

Nonostante la depressione sia un disturbo ricorrente e potenzialmente grave, a volte, si può guarire spontaneamente da questa patologia o trarre beneficio dal solo percorso di psicoterapia. In questi casi, infatti, il trattamento farmacologico può risultare inefficace o addirittura dannoso.

La depressione può presentare una guarigione spontanea?

La risposta è si, soprattutto se i sintomi sono di intensità lieve e durano da poche settimane.

Quando è necessario assumere farmaci antidepressivi?

I pazienti depressi che possono beneficiare del trattamento farmacologico sono solo quelli con disturbi di intensità moderata-grave. La Depressione Maggiore, infatti, è un disturbo dell’umore ricorrente con un alto rischio di aggravamento nel tempo in caso di mancato trattamento.

Trattare efficacemente con farmaci un episodio depressivo maggiore è fondamentale, in quanto aumenta le probabilità che l’episodio non si ripresenti. Le ricadute depressive spesso sono frutto di trattamenti farmacologici sbagliati nel tempo e nei dosaggi, autogestiti dai pazienti stessi.

E’ possibile studiare i biomarcatori degli esiti di un trattamento per il disturbo depressivo maggiore. Secondo alcune ricerche la variabilità della frequenza cardiaca all’inizio di un trattamento potrebbe essere utile a predire l’efficacia di un farmaco antidepressivo. I sintomi ansiosi associati alla depressione, infatti, sembrerebbero moderare l’efficacia dei trattamenti antidepressivi.

Uno studio ampio, randomizzato e multicentrico denominato International Study to Predict Optimized Treatment in Depression ha valutato 1008 pazienti con depressione senza manifestazioni psicotiche. Sul totale dei partecipanti 722 hanno completato la valutazione. Gli antidepressivi oggetto di studio erano escitalopram, sertralina e venlafaxina.

All’inizio del trattamento i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: quelli affetti da depressione ansiosa (N = 309) e quelli senza sintomi ansiosi (N = 413). Durante lo studio è stata valutata la loro frequenza cardiaca a riposo. A 8 settimane dal trattamento sono stati studiati i tassi di risposta (ovvero la riduzione dei sintomi) e quelli di remissione (ovvero la guarigione dai sintomi dell’episodio depressivo).
Una frequenza cardiaca alta, se inizialmente presente nei pazienti con depressione senza sintomi ansiosi, sembrava associata ad una minore efficacia del trattamento antidepressivo. Tra i partecipanti con depressione non ansiosa, infatti, hanno beneficiato della terapia farmacologica i pazienti con la frequenza cardiaca più bassa. Tra i partecipanti con depressione ansiosa, invece, hanno beneficiato del trattamento con farmaci soprattutto i pazienti con alta frequenza cardiaca presentando così una riduzione dei sintomi.

Conoscere la frequenza cardiaca dei pazienti, pertanto, potrebbe aiutare a determinare quali pazienti con depressione ansiosa potrebbero trarre beneficio dagli antidepressivi e quali, invece, potrebbero richiedere un diverso approccio terapeutico (Kircanski et al., 2019).

Riferimenti bibliografici:

Kircanski et al (2019). Heart rate variability as a biomarker of anxious depression response to antidepressant medication. Depress Anxiety. 36(1): 63-71.

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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

Psichiatra psicoterapeuta Roma Tiziana Corteccioni

Psichiatra e Psicoterapeuta.
Riceve a Roma e a Perugia.

La Dott.ssa Tiziana Corteccioni è un Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta ad orientamento clinico cognitivo comportamentale. Collabora con l'Associazione di Clinica Cognitiva, sede di Roma.

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