Scattare troppi selfie potrebbe essere un disturbo psicologico.
Dalla Selfie Syndrome al disturbo alimentare.
L’incremento della qualità delle fotocamere degli smartphone e lo sviluppo di social network dedicati al mondo della fotografia ha permesso a tutti di immortalare momenti della vita quotidiana. Ormai fare foto con gli smartphone (compresi gli autoscatti, anche detti selfie) è diventato un comportamento abituale.
Alcuni studi hanno sottolineato come fare fotografie con gli smartphone e condividerle con gli altri non sarebbe espressione di problemi psicologici ma rappresenterebbe un’esperienza soggettiva positiva.
In una ricerca di 4 settimane sono stati reclutati 41 partecipanti che hanno scattato foto giornaliere in una delle seguenti tre condizioni: fare un selfie con un’espressione sorridente, scattare una foto di qualcosa che li avrebbe resi felici e una foto di qualcosa che avrebbe fatto un’altra persona felice.
Dopo 3 settimane i partecipanti hanno riferito gioia per aver preso parte a questo studio. I soggetti che avevano scattato foto per rendere felici gli altri, però, hanno espresso un livello di soddisfazione inferiore. I risultati qualitativi dello studio hanno mostrato che i soggetti del “gruppo selfie” presentavano cambiamenti nel loro sorriso nel corso del tempo. Il gruppo di soggetti che ha scattato foto per migliorare il proprio benessere ha mostrato un atteggiamento più riflessivo mentre gli individui che hanno effettuato foto per il benessere altrui si sono messi in contatto con familiari ed amici riferendo alleviamento dello stress.
I risultati della ricerca possono offrire spunti per la creazione di sistemi finalizzati a migliorare il benessere emotivo (Chen et al., 2016).
La ricerca scientifica, però, ha esaminato anche la relazione tra tratti di personalità narcisistica e comportamenti di auto-promozione sui social media (ad esempio mediante la condivisione di selfie). In America è stato addirittura coniato il termine di “Selfie Syndrome”.
Poco si conosce relativamente alla relazione tra narcisismo e comportamento di reazione (“feedback”) da parte di altre persone (ad esempio mediante commenti e “mi piace” su un proprio selfie).
Uno studio ha indagato come tratti narcisistici possono essere legati a tali comportamenti, valutando in maniera complessiva la pubblicazione di selfie su un social network (“selfie-posting”) e l’intenzione a condividere selfie nel prossimo futuro. È stato reclutato nella ricerca un totale di 315 soggetti coreani che hanno pubblicato selfie su siti di social networking. Dai risultati dello studio è emerso che gli individui con tratti narcisistici più spiccati sarebbero più propensi a valutare favorevolmente il comportamento di “selfie-posting”, riferirebbero maggior coinvolgimento nel “feedback” fornito da altri e nella valutazione dei selfie di altre persone. Tuttavia il livello di narcisismo riscontrato non dipenderebbe dal rapporto tra quanti selfie degli altri si osservano e la probabilità di fornire un commento ai selfie di altre persone (Lee & Sung, 2016).
La moda dei selfie è diffusa soprattutto tra i giovani, a causa della grande e facile disponibilità di telefoni cellulari. Uno studio ha valutato la relazione tra tale attitudine e l’accettazione dell’immagine del corpo tra i giovani in età scolare di Mumbai. Anche in questa ricerca sono stati presi in esame i tratti della personalità narcisistica.
252 studenti sono stati intervistati utilizzando scale specifiche: Attitude towards selfie-taking questionnaire; Body image acceptance and action questionnaire (BIAAQ); Narcissistic Personality Inventory (NPI).
Dei 230 questionari completamente compilati il 54% erano stati riempiti da maschi. Il 42,6% del campione ha riferito di aver cliccato regolarmente sui propri selfie. In media il 18,1% delle ragazze ed il 15,2% dei ragazzi ha cliccato osservando più di 4 selfie al giorno. La differenza di genere non era apparentemente significativa ma è stata riscontrata tra i due sessi una differenza significativa nella media del punteggio alla BIAAQ. Lo studio darebbe una panoramica del parere dei giovani nei confronti dei selfie che viene descritto come un’esperienza positiva nella maggior parte dei casi. Un aspetto preoccupante, però, sarebbe rappresentato da una maggiore insoddisfazione dell’immagine corporea tra le ragazze, con il bisogno di scattare selfie come fonte di rassicurazione (Dutta et al., 2016).
Ci sarebbero, pertanto, potenziali conseguenze negative relative all’insoddisfazione del corpo e alla manifestazione di disturbi alimentari nelle ragazze che condividono selfie attraverso i social network. Tra gli atteggiamenti alla base della condivisione eccessiva di selfie sembrerebbero esserci una sopravvalutazione di forma corporea e peso, un’insoddisfazione per il proprio corpo e diete restrittive.
101 ragazze hanno partecipato ad una ricerca completando questionari sull’utilizzo dei social network, sull’interesse per la dieta, le preoccupazioni per la forma ed il peso del corpo.
I risultati hanno mostrato che le ragazze che condividevano regolarmente immagini di sé sui social media hanno riportato una significativa sopravvalutazione di forma e peso del corpo, insoddisfazione corporea, dieta restrittiva ed interiorizzazione di un’immagine ideale di magrezza. Tali ragazze hanno mostrato, inoltre, un più elevato impegno nella manipolazione di queste foto, nella cura del corpo e nella restrizione alimentare.
Le preoccupazioni per l’alimentazione, per la forma ed il peso del corpo, pertanto, potrebbero essere potenzialmente affrontate attraverso vie di intervento sull’esposizione attraverso i social network (McLean et al., 2015).
Riferimenti bibliografici:
Chen Y et al (2016). Promoting Positive Affect through Smartphone Photography. Psychol Well Being. 6:8.
Dutta E et al (2016). Attitudes Toward Selfie Taking in School-going Adolescents: An Exploratory Study. Indian J Psychol Med. 38(3): 242-5.
Lee JA & Sung Y (2016). Hide-and-Seek: Narcissism and “Selfie”-Related Behavior. Cyberpsychol Behav Soc Netw. 19(5): 347-51.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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