sterminio familiare

Strage familiare: il significato in psicologia e i metodi per prevenirla

Come e perchè si può arrivare a compiere lo sterminio dei propri familiari, il parere di una psichiatra che spiega quali sono gli strumenti per effettuare una prevenzione efficace.

La recente notizia della strage familiare di Paderno Dugnano ha messo in risalto un fenomeno considerato come uno dei fenomeni più complessi in ambito psicologico e criminologico. La strage familiare può essere denominata anche omicidio-suicidio familiare o familicidio. Il termine descrive la messa in atto di un omicidio verso uno o più membri della propria famiglia. Spesso si conclude questo comportamento con il suicidio. Le dinamiche psicologiche alla base di una strage familiare comprendono una serie di fattori che includono la salute mentale, le dinamiche familiari, lo stress socio-economico e la personalità dell’autore del reato. Questo articolo si propone di esplorare le principali teorie psicologiche che spiegano il fenomeno della strage familiare.

Chi compie una strage familiare soffre di disturbi psicologici?

Una delle spiegazioni più comuni per le stragi familiari è la presenza di disturbi mentali. Un disagio psicologico si può trasformare con il tempo in una Depressione Maggiore, in un disturbo psicotico e in un disturbo di personalità. Diagnosticare questi disturbi, se non si è uno specialista della salute mentale, è molto difficile. In molti casi, l’autore del reato che soffre di una forma grave di Depressione Maggiore può avere una visione distorta della realtà considerando l’omicidio e il suicidio come l’unica via di salvezza per sé e per i propri cari (Flynn et al., 2009). La presenza di ideazioni o deliri di persecuzione nei confronti di persone esterne alla famiglia può ulteriormente contribuire alla decisione di compiere una strage familiare sempre “a fin di bene”. Infine, la strutturazione di un delirio paranoide nei confronti di uno o più membri della famiglia, considerati poco affidabili, poco comunicativi, aggressivi o non comprensivi del proprio stato emotivo, può essere un altro fattore psicopatologico che può contribuire alla decisione di sterminare i propri cari. Il senso di colpa che segue l’atto può favorire la messa in atto di un suicidio. Nei disturbi di personalità la presenza di marcata impulsività può favorire la messa in atto di comportamenti violenti verso uno o più familiari. Dato che l’atto impulsivo deve essere immediato, nei disturbi gravi, è più frequente la messa in atto di un omicidio e/o di un suicidio piuttosto che di una strage familiare. 

La teoria del controllo e della disperazione.

Secondo questa prospettiva teorica l’autore del reato può percepire una perdita di controllo sulla propria vita, spesso a causa di difficoltà economiche, problemi relazionali o sentimenti di impotenza (Liem & Koenraadt, 2008). In questo contesto, l’omicidio familiare e il suicidio possono essere visti come un tentativo estremo di riprendere il controllo in una situazione percepita come fuori dal proprio controllo. L’atto può essere motivato dalla convinzione che la propria famiglia non possa sopravvivere senza di lui, e che quindi la morte sia preferibile.

Quali sono le dinamiche familiari che favoriscono eventi terribili come questo?

Le dinamiche familiari disfunzionali, inclusa la violenza domestica, possono favorire la messa in atto di stragi familiari. La violenza domestica può portare a un’escalation di comportamenti violenti che culminano in un omicidio-suicidio. Alcuni studi hanno evidenziato che la strage familiare può rappresentare l’ultimo atto di una lunga storia di abuso e controllo all’interno della famiglia (Wilson et al., 1995). Fattori stressanti quali, ad esempio, un divorzio imminente o la perdita della custodia dei propri figli possono innescare un senso di disperazione e una reazione violenta da parte di chi subisce gli eventi.

Che ruolo hanno i fattori socioculturali ed economici?

In contesti culturali, dove il ruolo dell’uomo come capofamiglia è fortemente valorizzato, la perdita del lavoro o un fallimento economico possono essere vissuti come una perdita di identità e di status, portando, a volte, a reazioni estreme (Websdale, 2010). Il fenomeno della strage familiare può essere incrementato in società dove viene facilitato l’accesso alle armi da fuoco.

Come prevenire una strage familiare?

La strage familiare è un fenomeno multifattoriale. Per prevenirla è necessaria un’analisi approfondita delle dinamiche psicologiche e sociali. Sebbene la presenza di disturbi mentali sia spesso un elemento favorente, è evidente che non esiste un’unica spiegazione per questi atti estremi. La combinazione di tanti fattori che comprendono anche dinamiche familiari disfunzionali, disperazione socioeconomica e contesto culturale creano un quadro complesso che può culminare in uno sterminio familiare. La prevenzione richiede un approccio multidisciplinare, che includa interventi di supporto psicologico, programmi di prevenzione della violenza domestica e maggiore controllo delle armi da fuoco (nei paesi dove ciò è consentito).

Riferimenti bibliografici:

Flynn S et al (2009). Filicide: mental illness in those who kill their children. PLoS One, 4(3): e5898.

Liem M & Koenraadt F (2008). Familicide: A comparison with spousal and child homicide by mentally disordered perpetrators. Criminal Behaviour and Mental Health, 18(5): 306-318.

Wilson M et al (1995). Familicide: The killing of spouse and children. Aggressive Behavior, 21(4): 275-291.

Websdale N (2010). Familicidal hearts: The emotional styles of 211 killers. Oxford University Press.

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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

Psichiatra psicoterapeuta Roma Tiziana Corteccioni

Psichiatra e Psicoterapeuta.
Riceve a Roma e a Perugia.

La Dott.ssa Tiziana Corteccioni è un Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta ad orientamento clinico cognitivo comportamentale. Collabora con l'Associazione di Clinica Cognitiva, sede di Roma.

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