Vertigini: possibili cause psicologiche e organiche
Le vertigini rappresentano una sintomatologia molto comune nei soggetti che si rivolgono allo psichiatra. Molti si domandano quali siano le possibili cause psicologiche delle vertigini e se possano essere associate a patologie organiche.
La diagnosi differenziale è fondamentale e va effettuata in una modalità interdisciplinare, tenendo in considerazione il fatto che “i forti giramenti di testa” (così definiti più spesso dai pazienti) possono avere origine vestibolare, neurologica, vertebrale cervicale e/o psicologica. Alcuni fattori patogeni possono essere presenti contemporaneamente scatenando i sintomi e ci possono essere sovrapposizioni tra i vari processi patologici. Molti studi scientifici hanno valutato la comorbilità tra vertigini e disturbi psichici, primi tra tutti i disturbi d’ansia (come il disturbo di panico ed il disturbo d’ansia generalizzato). Sullo sfondo del sintomo sembrerebbero esserci fattori neurobiologici e neurofisiologici comuni, ipotizzando la presenza in molti soggetti di un’alterazione delle vie serotoninergiche (Fazekas, 2010).
I pazienti che manifestano cronicamente vertigini di qualsiasi origine, inoltre, possono manifestare disabilità in ambito quotidiano, sociale e lavorativo con conseguente predisposizione all’ansia e alla depressione. L’ansia e la depressione sembrerebbero solo indirettamente correlati alla gravità e alla durata delle vertigini con necessità di una valutazione separata e di una diversa gestione dei problemi a vari livelli di funzionamento (Yardley et al., 1992).
Uno studio ha valutato la funzione audiovestibolare nei pazienti con disturbo di panico e nei soggetti sani utilizzando test vestibolari e audiologici.
34 pazienti disturbo di panico e 20 soggetti sani di controllo sono stati valutati utilizzando esami clinici otoneurologici, audiometria, timpanometria ed elettronistagmografia. Tutti i pazienti sono stati valutati con i seguenti test: Panic and Agoraphobia Scale (PAS), Hamilton Anxiety Rating Scale (HARS), Hamilton Depression Rating Scale (HDRS), State-Trait Anxiety Inventory (STAI).
Risposte anormali agli esami vestibolari sono state riscontrate più frequentemente nei pazienti con disturbo di panico rispetto ai controlli sani. La presenza di agorafobia in pazienti con disturbo di panico non ha contribuito a determinare una differenza significativa dei risultati ai test vestibolari. L’unica variabile che può essere considerata un fattore predittivo di anomalie vestibolari nei pazienti con disturbo di panico è risultata essere la presenza di vertigini tra gli attacchi di panico.
I risultati della ricerca dimostrerebbero che la presenza di vertigini tra gli attacchi di panico può giustificare l’esecuzione di test audiovestibolari per un approfondimento clinico (Tecer et al., 2004).
Una storia di traumi sembrerebbe essere correlata alla manifestazione di sintomi somatoformi nei pazienti con vertigini. I soggetti con vertigini funzionali (di origine apparentemente non vestibolare) e vertigini organiche vestibolari si differenzierebbero, infatti, per il numero e l’impatto di precedenti eventi di vita traumatici e di sintomi da stress post-traumatico. L’esposizione a traumi e a sintomi di stress post-traumatico, inoltre, potrebbe contribuire ad accentuare la gravità delle vertigini e la disabilità vissuta dai pazienti con sintomi vestibolari, indipendentemente dalla loro causa (Radziej et al., 2015).
Una pubblicazione di due casi clinici riguarda due pazienti con cefalea, inizialmente diagnosticati come affetti da disturbi psichiatrici, ma che, dopo attenta valutazione, hanno manifestato anche un disturbo oculare sottostante. La prima paziente era una femmina di 21 anni, presentava un forte mal di testa, così invalidante da renderla inabile al lavoro. La paziente ha avuto una diagnosi di cefalea tensiva ed ha effettuato un trattamento psicologico, con neurofeedback, omeopatia ed agopuntura riferendo scarso beneficio. Il secondo paziente era un maschio di 26 anni, lamentava estrema fotofobia, nausea e vertigini. Il paziente ha ricevuto una diagnosi di disturbo di conversione ed è stato ricoverato in una clinica psichiatrica per un trattamento con psicofarmaci. All’esame oftalmologico è stata rilevata in entrambi i pazienti una deviazione oculare la quale poteva essere trattata in modo appropriato mediante chirurgia dello strabismo. Questi casi sottolineano la necessità di disporre, per ogni paziente, di una storia completa medica generale, oftalmica e di esami neurologici appropriati al fine di evitare di attribuire erroneamente una diagnosi psichiatrica a pazienti con vertigini di natura organica (Wang et al., 2015).
Riferimenti bibliografici:
Fazekas A (2010). [Vertigo-comorbidity with psychiatric disorders]. Ideggyogy Sz. 63(3-4): 113-7.
Tecer A et al (2004). Audiovestibular functioning in patients with panic disorder. J Psychosom Res. 57(2): 177-82.
Wang WY et al (2015). [Ocular deviation as the cause of “psychiatric” problems]. Ned Tijdschr Geneeskd. 159: A8760.
Yardley L et al (1992). Somatic and psychological factors contributing to handicap in people with vertigo. Br J Audiol. 26(5): 283-90.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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